20 pensieri su “Quanto la rivoluzione scientifica moderna deve ai Greci?

  1. La rivoluzione scientifica moderna deve ai Greci:
    – l’ipotesi di un modello eliocentrico di Aristarco di Samo;
    – l’ipotesi di Eraclide Pontico che immaginò che Mercurio e Venere girassero intorno al Sole e insieme ad esso intorno alla Terra;
    – Platone che nel mito della caverna riteneva che il sole fosse al centro;
    – l’ipotesi dell’infinità dell’universo di Seleuco e poi Gemino;
    – concezione “filosofica” di Anassimandro di Mileto che considerava infinito il principio dell’universo;
    – le concezioni di Melisso di Samo e degli atomisti che consideravano infinito l’universo stesso;
    – l’ipotesi del movimento della Terra di Eraclide Pontico, Iceta, Ecfanto;
    – Erone che documenta il principio di inerzia;
    – Plutarco che collega la nozione di inerzia con quella di forza di gravità;
    – Plotino nel suo trattato sul moto circolare;
    – Seneca nelle concezioni relative alla forza di gravità e all’inerzia ricollegandole ad un modello eliocentrico.

    1. Si, tutto quello che scrivi. Forse avresti potuto organizzare la tua risposta più per temi che per autori, non credi? Comunque anche la tua è una scelta possibile.
      N.B. Platone ispira certamente i “copernicani”, ma personalmente aderiva alla prospettiva di Eudosso (il mito della caverna non dice che il Sole è al centro dell’universo, solo gli conferisce un valore simbolico come simbolo del principio)

  2. A mio parere la rivoluzione scientifica moderna è basata su scoperte fatte dai Greci, con migliorie nei calcoli e nelle argomentazioni a sostegno delle nuove teorie.

    La teoria dell’eliocentrismo di Copernico del 1543 prende ispirazione da quella teorizzata da Aristarco di Samo nel III sec. a. C., nella quale, che supponendo che i pianeti compissero le loro rivoluzioni intorno al Sole, si potevano “salvare i fenomeni” dal punto di vista matematico e anche prevederli. Similmente, nel XVI secolo, Tycho Brahe presenta un modello in cui la Terra si trovava al centro dell’universo, mentre Mercurio e Venere giravano intorno al Sole e insieme al Sole intorno alla Terra. Questo modello venne presentato già nell’antichità da Eraclide Pontico, un discepolo di Platone.

    Anche Archimede, nel III sec. a. C., scoprendo il principio relativo al galleggiamento dei corpi, che oggi porta il suo nome, anticipa la rivoluzione scientifica dell’età moderna nell’ambito della fisica.

    Il primo a introdurre l’ipotesi dell’infinità dell’universo si crede che sia stato Seleuco seguito poi da Gemino, nel I sec. a. C. per difendere la dottrina di Aristarco. In epoca rinascimentale, questa teoria viene ripresa da Niccolò Cusano e Giordano Bruno. Questa ipotesi può presupporre anche la concezione “filosofica” di Anassimandro di Mileto, VI sec. a. C., che considerava “infinito” il principio dell’universo, o le concezioni di Melisso di Samo (V sec. a. C.) e degli atomisti che consideravano infinito l’universo stesso.

    L’ipotesi della relatività del moto, invece, viene esplicitata da Galileo sulla base dell’ipotesi del movimento della terra di Eraclide Pontico, Iceta e Ecfanto, e in seguito ripresa da Albert Einstein nel XX sec.

    Il principio di inerzia, strettamente collegato alla relatività del moto, viene espresso da Galileo, che riprende quasi letteralmente Erone (II sec. a.C.). Secondo Lucio Russo questo principio era già noto ai filosofi atomisti.

    La nozione di forza di gravità viene anticipata da Plutarco (I sec. d.C.), Plotino (III sec. d.C.), Talete (VII sec. a.C.), Ipparco (II sec. a.C.), Seneca (I sec. d.C.) e Vitruvio, che a sua volta ne sviluppa una di Plinio il Vecchio, e poi ripresa da Keplero (XVII sec. d.C.), al quale dobbiamo le tre leggi che portano il su nome.

    1. Ottima analisi. Secondo Russo la relatività del moto sarebbe stata anticipata dal Euclide ma sono d’accordo con te un’enunciazione più chiara di tale principio si ha solo con Galileo.

  3. La rivoluzione scientifica moderna deve molto ai Greci infatti:
    Fu per risolvere le difficoltà proposte dai sistemi geocentrici che Aristarco di Samo propose, con un colpo di genio, il modello eliocentrico, che coincide puntualmente con quello proposto 18 secoli dopo da Copernico. La riscoperta della dottrina di Aristarco permetterà a Copernico di risolvere in modo brillante ed elegante (dal punto di vista matematico) problemi e le aporie del sistema aristotelico-eudossiano. Parallelamente Archimede, operante nel III sec. a. C., (con la scoperta del principio di Archimede, relativo al galleggiamento dei corpi), e Aristarco anticipano, la rivoluzione scientifica dell’età moderna, il primo nell’ambito della fisica, il secondo dell’astronomia. L’importanza della scoperta di Aristaco, ripresa poi da Archimede è allora, prima di tutto il grande valore nel campo della filosofia della scienza, poi si sa che Copernico per elaborare il suo sistema studia da alcune fonti greche.
    Filosofi come Anassimandro di Mileto consideravano infinito il Principio (universo), o le concezioni degli atomisti e di Melisso di Samo, che per ragioni diverse, consideravano infinito l’universo stesso, sono concezioni che rivediamo ancora oggi.
    L’eliocentrismo presuppone l’ipotesi del movimento della Terra, attestata per Eraclide Pontico, Iceta, Ecfanto. Il principio di relatività del moto, poichè permette di considerare un corpo che si muove di moto naturale uniforme come se fosse in quiete all’interno di un sistema di riferimento ad esso correlato, implica ciò che oggi noi chiamiamo il principio di inerzia. C’è un passo di Erone (II a.C.) che documenta come il principio di inerzia, in quanto strettamente connesso al concetto di attrito, fosse noto. Inoltre più tardi Galileo ricorrerà a simili parole per descrivere questo fenomeno.
    Un passo importantissimo di Plutarco (I sec. d.C.) collega la nozione d’inerzia con quella di forza di gravità. Un passo di Seneca (I sec. d.C.) inoltre, sembra estendere ancora di più la portata di queste concezioni relative alla forza di gravità e all’inerzia, ricollegandole esplicitamente a un modello eliocentrico. Un’ulteriore conferma del pensiero secondo cui il sistema eliocentrico sarebbe stato diffuso insieme a una coerente teoria gravitazionale è presente in un oscuro passo di Vitruvio (che ne sviluppa un altro di Plinio il Vecchio).

  4. Dalle pagine del sito proproste si può evincere come i Greci siano stati senza dubbio i precursori della rivoluzione scientifica e oggetto di studio per i moderni scienziati come Galileo e Copernico, protagonisti stessi della rivoluzione.

    Sono di particolare rilevanza personaggi come Aristarco di Samo, che elaborò un modello eliocentrico in cui i pianeti orbitano attorno al Sole con orbite circolari e di moto uniforme, e che, rispetto a quello geocentrico, salvava più efficacemente i fenomeni.

    Affinchè questo modello salvasse tutti i fenomeni, fu però necessario introdurre ulteriori ipotesi come l’infinità dell’Universo, sostenuta da Anassimandro di Mileto e dagli atomisti.

    Il modello eliocentrico presuppone inoltre che la Terra si muova, ipotesi attestata per Eraclide Pontico e che implica la relatività del moto, secondo cui la quiete e il moto sono relativi al punto di vista dell’osservatore.

    Ai Greci, e in particolare a Erone, era noto anche il principio di inerzia, strettamente collegato alla relatività del moto e successivamente ripreso da Galileo.

    Ad essi si deve infine anche la spiegazione della rivoluzione dei corpi celesti che, secondo Plutarco e Plotino, èil risultato di una combinazione tra il moto rettilineo uniforme (moto naturale) e l’attrazione della forza di gravità (moto violento).

    1. Ottima risposta. Non solo evochi le diverse “anticipazioni” greche delle ipotesi moderne, ma le colleghi logicamente le une alle altre.

  5. La vera scoperta dei Greci è il metodo scientifico con procedimento dimostrativo che si basava sull’ipotesi (partita dai neologismi)espressa in forma matematica. A partire da questa innovazione tutte le altre ipotesi seguenti ebbero già una base. L’ipotesi eliocentrica, per esempio, oltre che a sottolineare il metodo dei matematici greci, fece capire quanto le scoperte greche furono utili, tanto che lo stesso Copernico attinse a queste per formulare le sue teorie. Per quanto riguarda la fisica di Aristotele, invece, per risolvere i due problemi che la implicavano (la teoria del cielo e la teoria dei moti), si ricorse al principio di inerzia il quale ogni volta che lo nominiamo “onoriamo”, in un certo senso, Galileo, Cartesio e Newton non sapendo che fu anticipato da Erone in età greco-romana e solamente ripreso dalle persone citate prima. Anche l’intuizione della forza di gravità si deve ai greci e solamente il suo miglioramento a Keplero e Newton. Insomma molte delle teorie che ci giungono a noi sono frutto di scoperte fatte dai Greci e migliorate dalle persone che ricordiamo ogni volta che nominiamo una determinata teoria.

  6. Per rivoluzione scientifica si intende la scoperta del metodo scientifico e la prima elaborazione di quelle che sono le moderne teorie scientifiche. Queste teorie, seppur attribuite a scienziati di epoca per lo più moderna, sono fondate su pensieri elaborati da filosofi greci dell’antichità. Ad esempio la teoria dell’eliocentrismo, attribuita a Copernico, è stata elaborata per la prima volta da Aristarco di Samo. Analogamente anche la teoria della relatività del moto, attribuita in gran parte a Alber Einstein, è stata esplicitata anche da Galileo, nel quale, a sua volta si ritrovano aspetti delle teorie di Giordano Bruno. Per quanto riguarda il principio d’inerzia, connesso alla relatività del moto, si può notare il fatto che Galileo riprenda le teorie di Erone. Infine, per quanto concerne la forza di gravità, nonostante la scoperta di quest’ultima sia attribuita a Newton, si può affermare che ci furono altre teorie a lui precedenti: un esempio è quella di Plutarco il quale si rifece alla dottrina aristotelica dei moti naturali.
    In conclusione si può affermare che gran parte delle teorie scientifiche che fanno parte della “scienza moderna” sono state elaborate per la prima volta dagli antichi filosofi greci.

  7. La rivoluzione scientifica deve tutto ai Greci semplicemente perché erano arrivati prima di loro all’eliocentrismo, all’infinità dell’universo, alla relatività del moto, all’inerzia e alla forza di gravità. Inoltre gli scienziati del Rinascimento potevano attingere agli scritti grechi, dunque ci furono più di un caso di “plagio occulto” in questo periodo.
    La teoria Copernicana è pressoché identica a quella di Aristarco, sono addirittura presenti gli stessi identici problemi nei loro modelli.
    L’infinità dell’universo era già stata introdotta da Seleuco e Gemino con due teorie, la prima legata al principio di carattere più filosofico e l’altra matematica legata alla variazione di parallasse, che guarda caso sono molto simili a quelle di Cusano e Bruno.
    Euclide aveva introdotto un’ipotesi sulla relatività del moto che incredibilmente superava in precisione persino quella di Galileo che era ancora troppo legato alla dottrina Aristotelica dei moti naturali.
    Davanti all’ipotesi dell’inerzia si presenta un caso di vero e proprio “copia e incolla”, infatti vediamo negli scritti di Galileo una frase che si può trovare quasi pari pari in Erone.
    Sulla forza di gravità è invece avvenuto un processo di perfezionamento che è iniziato in epoca greca con Plutarco e poi Plotino.
    Tutto ciò non vuole sminuire il lavoro che è stato condotto dagli scienziati del Rinascimento, vuole semplicemente sottolineare l’importanza dei Greci e ribadire che la loro scienza è ancora base della nostra.

  8. La rivoluzione scientifica deve molto ai greci, infatti, già secoli prima erano state fatte delle ipotesi che col passare degli anni si sono scoperte veritiere. Ad esempio Aristarco di Samo aveva già ipotizzato che i pianeti compissero le rotazioni intorno al Sole e non intorno alla Terra, successivamente Copernico riscoprì la sua dottrina e la risolse in modo elegante e brillante. Oppure Erone in un suo passo rende noto il principio di inerzia, e Galileo in un suo principio sembra riportare quasi alla lettera le stesse parole. Si può quindi dire che i greci avevano già fatto delle grandi scoperte, che i futuri scienziati hanno solo ristudiato e risolto.

  9. In generale noi tendiamo a datare la rivoluzione scientifica nel periodo rinascimentale, ma in realtà quest’ultima, espressa da grandi dotti e scienziati, quali Copernico e in seguito Keplero, si basa su le molteplici teorie espresse da matematici Greci, quali: Aristarco, Seleuco, Gemino, Eraclide Pontico, Iceta e Ecfanto.
    • In un primo memento fu la dottrina di Aristarco ad aiutare Copernico nel risolvere i problemi scaturiti dal sistema aristotelico, caratterizzato dalla visione di moti sferici e degli epicicli tolemaici, con la consequenziale acquisizione del movimento della terra e dei rispettivi astri in determinate orbite circolari.
    • In seguito venne Seleuco, che si impegnò nel difendere l’idea di Aristarco sull’infinità dell’universo, concezione totalmente in contrasto con quella aristotelica, che viene quindi smentita tramite l’assenza di variazione di parallasse.
    • In fine Eraclito Pontico, Iceta e Ecfanto le cui teorie aiutano, grazie alla riflessione su la relatività dei sistemi di osservazioni e sul effettivo movimento dei rimanenti astri, a presupporre il movimento della Terra e a ragionare sul rapporto tra “quiete” e “moto”.
    In conclusione molte delle teorie sviluppate da personaggi storici rilevanti sia in campo astronomico che fisico, sono sicuramente scaturite da delle precedenti dottrine e intuizioni da parti dei Greci, che in mancanza di esse non potrebbero essere state mai ideate e discusse

    1. Non hai ricordato le anticipazioni relative al metodo e alla teoria della gravità. Attenzione: Aristarco e Copernico concepiscono ancora un universo finito, come Aristotele. Saranno rispettivamente Seleuco e Bruno a intuire che l’universo deve essere infinito, per rendere conto della mancata variazione di parallasse stellare durante la rivoluzione della terra intorno al sole.

  10. Secondo me la rivoluzione scientifica deve moltissimo ai Greci, infatti la maggior parte delle scoperte in campo astronomico non sono altro che revisioni e miglioramenti di scoperte/ ipotesi precedenti che magari per incorrettezze, credenze o per mancanza di mezzi non erano state ritenute corrette. Prendendo ad esempio Aristarco di Samo, che nel III aC si rese conto che i pianeti non giravano attorno alla Terra ma attorno al Sole, possiamo notare che Copernico riscoprì questa teoria per risolvere i problemi del sistema aristotelico poiché, ponendo il sole al centro del sistema, i pianeti e la terra si potevano muovere in modo uniforme lungo orbite perfettamente circolari .

    1. Non è chiarissimo se le nuove teorie scientifiche moderne vadano intese, secondo te, come un miglioramento e una correzione delle corrispondenti teorie antiche o, piuttosto, della teorie “avversarie” sia antiche che moderne. Insomma, Copernico o Galileo migliorano e correggono più Aristarco o più Aristotele?

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