Nella prospettiva di un gesuita…

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2018-12-05 Tutto il giorno

Supponi di essere un gesuita che vuole convincere un protestante a ritornare nel seno della Chiesa cattolica. Con quali argomenti proveresti a convincerlo, in particolare per quanto riguarda la questione del’interpretazione della Sacra Scrittura? E come potrebbe replicare il protestante?

Nello svolgere l’esercizio puoi valerti, ovviamente, anche della riflessione che abbiamo svolto sui diversi criteri di interpretazione della Scrittura e sui loro limiti (modulo di filosofia), oltre che delle informazioni sulla Controriforma che puoi ricavare dal manuale di storia e dei testi luterani già letti.

P.S. Non dimenticare, comunque, in vista della verifica p.v., di ripassare le implicazioni politiche, soprattutto belliche, della lotta tra cattolici e riformati che, come sappiamo, non si combatté solo a colpi di “argomentazioni”…

23 pensieri su “Nella prospettiva di un gesuita…

  1. secondo i gesuiti a differenza dei protestanti l’interpretazione della scrittura è molto importante perchè leggere le sacre scritture senza saperle interpretare correttamente potrebbe provocare un fraintendimento del vero insegnamento di Cristo certo è che un protestante potrebbe replicare dicendo che potrebbero esistere varie e diverse interpretazioni della Bibbia il che non sarebbe di certo un’affermazione del tutto sbagliata.
    Un altro punto su cui i gesuiti potrebbero controbattere sui protestanti è la confessione e la cura delle anime, la confessione potrebbe portare a una riflessione e ad un miglior stile di vita ‘cristiano’ mentre l’assenza della confessione potrebbe condurre a ripetuti errori, ora come ora la chiesa non ne trae nulla come poteva essere una volta con la vendita delle indulgenze, per cui non c’è nulla di male nel confessarsi che può anche essere una volta sola nella vita.

    1. Un gesuita potrebbe senz’altro affermare che “leggere le sacre scritture senza saperle interpretare correttamente potrebbe provocare un fraintendimento del vero insegnamento di Cristo”, ma solo aggiungendo subito che dopo che sicura guida per una corretta interpretazione è quella offerta dallo Spirito Santo alla Chiesa Cattolica e in particolare al Papa (altrimenti si potrebbe credere che sia sufficiente “saperle interpretare” magari alla luce della propria esperienza spirituale, come suggeriva p.e. Erasmo).
      Inoltre dubito che “un protestante potrebbe replicare dicendo che potrebbero esistere varie e diverse interpretazioni della Bibbia” perché questo è proprio un argomento di cui potrebbe valersi un gesuita. Infatti, tutti i cristiani, quale che sia la loro denominazione, pensano che l’interpretazione corretta sia una sola (la loro!), non concedendo alcun “pluralismo” interpretativo (perché ne andrebbe della verità).
      Più ragionevoli le possibili osservazioni del gesuita sulla confessione. Non dimenticare, tuttavia, che anche i protestanti ammettono una forma di confessione…

  2. Se fossi una gesuita che cerca di convertire un protestante al cattolicesimo presenterei come prima argomentazione una “confutazione” della dottrina “sola fide” dei protestanti. Essi infatti sostengono che per ottenere la salvezza basti solamente la fede, senza che essa sia accompagnata da opere di salvezza, e che questa salvezza possa provenire soltanto da Dio. Confuterei questa loro visone della salvezza dicendo che ovviamente non basta solamente la fede, ma che questa deve anche essere accompagnata e seguita da opere buone. Questo perché se bastasse la sola fede l’uomo potrebbe condurre anche un tipo di vita che non rispetta i modelli corretti della vita secondo la religione cattolica, poiché crede di essere “giustificato” dal fatto di avere fede. Avendo anche il “vincolo” di dover compiere anche opere buone, siamo più indirizzati verso un tipo di vita corretto e consono agli occhi di Cristo, e che quindi apprezzerebbe di più e ci porterebbe senz’altro alla salvezza.
    Per quanto riguarda la giustificazione dei peccati che secondo i protestanti può avvenire solamente da parte di Dio, io risponderei dicendo che senz’altro Dio è colui che può giustificarci e salvarci, ma che per coloro che si sono pentiti di certe azioni durante la loro vita Dio ha mandato i sacerdoti, cioè i suoi vicari sulla terra che avendo studiato le sacre scritture e avendo letto e appreso la parola di Dio possono garantire un perdono per i peccati compiuti e di cui si è realmente pentiti. Collegandomi poi alla questione che il Papa per i protestanti è come qualunque altro fedele essendo solo Dio infallibile, controbatterei dicendo che ovviamente solo Dio è infallibile, ma che il Papa è un vicario di Dio sulla terra voluto proprio da Dio, e che quindi le sue opere sono volute e guidate da Dio.
    Concluderei dicendo che certi aspetti che erano giustamente criticati da Lutero e dai protestanti in generale (la vendita delle indulgenze, la corruzione, il nepotismo, una condotta scorretta e non consona in generale…), sono stati con il Concilio di Trento rivisti e corretti, così da sistemare queste problematiche e correggere i comportamenti scorretti e vari problemi.

    1. L’inizio della tua argomentazione “gesuitica” è senz’altro convincente, poi perde un po’ di efficacia perché tendi a presupporre proprio quello che l’avversario protestante contesta (cioè che i sacerdoti siano mandati da Cristo e che il Papa ne sia il vicario). Volendo restare su questo terreno sarebbero opportuno citare (o immaginare di citare, non si pretende qui che siamo “teologi”) testi biblici che suggeriscano la speciale funzione della Chiesa e del Papa (attenzione anche a non usare “cattolico” al posto di “cristiano”, come quando parli di “religione cattolica”: nel contesto, se critichi l’errore dei protestanti, devi fare riferimento alla religione “cristiana”, ovviamente).
      Manca del tutto un’ipotesi sulla possibili controargomentazioni protestanti. Capisco che tu sia convinta della ragioni “cattoliche”, ma vale la pena immaginarle, anche solo per “parare” eventuali “colpi”, non credi? In ultima analisi si tratta di un esercizio di pensiero (non devi per forza aderire a quello che scrivi)

  3. Buonasera,
    Se dovessi convincere un protestante e dovessi, in qualità di gesuita, convincerlo a ritornare nel seno della Chiesa Cattolica, per prima cosa affronterei il Sacerdozio Universale.
    I protestanti volevano eliminare ogni sorta di funzione mediatrice della Chiesa poiché ritenevano che tutti i cristiani fossero sacerdoti, ma ciò non è molto corretto in quanto i sacerdoti e il Papa sono gli “aiutanti” di Dio in terra e quindi non sono propriamente uguali al resto dei credenti.
    Lutero e il resto dei protestanti negavano il libero arbitrio e la giustificazione o salvezza mediante le opere di misericordia o di penitenza, ma questo può essere discusso in quanto le opere, oltre alla nostra fede, possono spingere una persona a compiere ulteriore bene, sopratutto le opere di penitenza che permettono a una persona di reindirizzarsi verso la strada del bene.
    Riguardo questo, il protestante potrebbe controbattere, citando il passo “la libertà del cristiano” di Martin Lutero, dove lui stesso afferma che la Sacra Scrittura può essere suddivisa in due diverse parti (i comandamenti/insegnamenti di Dio e la libertà/impegno), perché dice che i comandamenti ci mostrano la strada del bene ma non ci forniscono nessuna forza per conseguirla e quindi sono ritenuti da lui “impossibili da osservarsi”.
    Un altro punto di cui vorrei parlare è quello riguardante l’adorazione del solo Cristo, tralasciando invece i Santi e la Vergine, poiché entrambe queste figure sono in stretta relazione con Gesù Cristo e quindi possono essere adorate come se fossero lui.
    Lo potrei convincere anche per il fatto che, con il Concilio di Trento, era stato affrontato seriamente il problema della moralizzazione, decidendo di limitare l’accumulo dei benefici e provvedendo a formare un corpo ecclesiastico preparato (erano stato stabilito l’obbligo di residenza per i vescovi e e instituite le visite pastorali) così da limitare la corruzione, che era proprio quello che voleva Lutero, il quale condannava ogni tipo di indulgenza.

    1. Ottimi argomenti sia dall’una sia dall’altra parte. Quello contro il sacerdozio universale è forse il più debole, a meno che il gesuita non trovi passi scritturali a favore della funzione mediatrice del papa e della Chiesa. Per quanto riguarda la difesa dell’adozione della Vergine e dei Santi, una strada intermedia potrebbe consistere (come di fatto consiste) nel distinguere l’adorazione, dovuta solo a Dio (e a Suo Figlio, in quanto Dio), dalla venerazione dovuta ai santi.

  4. Premetto che essendo più dalla parte del pensiero protestante (per alcuni aspetti) mi risulta complicato far finta di essere un gesuita che deve cercare di convincere un protestante poiché per farlo adeguatamente dovrei credere fermamente in ciò che dico ma penso che Inizierei provando a mettere in crisi ciò che lui/lei crede , per esempio chiedendogli : sei sicuro che per la salvezza basti la sola fede? perché se è come dici tu che noi esseri umani come tali non saremo mai portati a fare il bene a causa del peccato originale allora come mai Dio ,lo stesso che ci ha puniti per aver commesso il peccato originale e che ci punirà mandandoci all’inferno nel caso dovessimo commetterne altri , dovrebbe perdonarci così senza farci fare niente per solo amore e per promessa? Non pensi ,invece, che per riscattarci per il peccato originale e per gli altri peccati dovremmo oltre che alla sola fede anche compiere opere benevole e di carità? La fede è il primo passo per raggiungere la salvezza le opere e le indulgenze quello definitivo. Il protestante potrebbe replicare dicendo che sì, è vero che il peccato originale commesso da Adamo porta l’umanità ad essere corrotta agli occhi di Dio e che, irrimediabilmente, nulla può cambiare tale condizione ma a differenza di quello che dici tu Dio non salva tutti a prescindere ma CONCEDE la salvezza a sua libera scelta. Per cui nessuna azione dell’uomo, nel bene e nel male, avrebbe influenzato il suo giudizio ne tantomeno possono servire le indulgenze della Chiesa per la salvezza eterna. Io, gesuita ,allora potrei provare a “smontare” le sue convinzioni riguardo le sacre scritture : Le sacre scritture ci sono state trasmesse da Dio per essere seguite e studiate e così gli insegnamenti in esse altrimenti per quale motivo ci sono stati trasmessi i comandamenti? sicuramente non per svago ma come modello da seguire e dobbiamo fare ciò mettendo in atto quello che ci viene trasmesso tramite i sacerdoti , vescovi ecc.. poiché sono loro grazie agli studi di questi che ci possono portare verso la strada corretta .Il protestante replicherebbe dicendo che non è così poiché ognuno di noi in quanto cristiano ha la facoltà di poter dare una propria interpretazione alle scritture perché così facendo si può “interiorizzare” la fede e quindi giungere alla salvezza.

    1. Dici che sei difficoltà con gli argomenti a favore della Chiesa cattolica, ma sei risultata convincentissima (quasi più che quando hai argomentato a favore del protestante)…

  5. Se fossi un gesuita innanzitutto manderei al rogo tutti coloro che professano idee diverse dalle mie. Per quanto riguarda le sacre scritture io ad un protestante direi che esse non vanno interpretate quasi interamente in modo letterale ed in modo libero (tutti cioè le possono interpretare come vogliono) ma vanno considerate in modo allegorico e simbolico e per fare questo c’è il bisogno assoluto dei ministri della Chiesa che in quanto tali possono mediare tra noi e Dio. Quindi gli consiglierei caldamente (anche perchè se non facesse così ci sarebbe il rogo ad attenderlo) di farsi guidare dal Papa e dai suoi subordinati verso la salvezza. Il protestante potrebbe replicare che, dato che le sacre scritture provengono direttamente da Dio ed esprimono chiaramente la sua volontà, quindi non serve affatto l’intermediazione della Chiesa ed i fedeli possono interpretare la volontà di Dio a loro piacimento.

    1. La minaccia del rogo è un pessimo argomento, perché, questioni “morali” a parte, presuppone (che il protestantesimo sia un’eresia da punire severamente) quello che deve dimostrare. E, infatti, i gesuiti non se ne servivano di solito nella loro opera di riconquista “intellettuale” (forse era più nella “corde” dei domenicani e, per quanto ciò possa sembrare strano, di certi “francescani”).
      Poi ci sarebbe da precisare il “doppio salto” dall’interpretazione da quella letterale, a quella prima allegorica, poi “d’autorità”. Le ambiguità della lettera costringono talora a letture allegoriche, ma queste (come quelle che praticava ad es. Erasmo) possono richiede il libero esame (come pensano i protestanti). Ciò che induce a rifarsi a un principio di autorità non è tanto il tipo di interpretazione (letterale o allegorico), quanto l’esito di qualunque tipo di interpretazione: l’innumerevole pluralità di risultati a cui essa dà luogo, uno per ciascun interprete.

  6. In qualità di gesuita posso affermare che tu, Cristiano protestante, vivi nell’errore. La tua interpretazione errata della Bibbia e la tua irriverenza nei confronti del Papa ti costeranno cari una volta salito al cielo. Malgrado tu processi una grande fede in Dio come via di salvezza cogli male molti lati della cristianità: le opere buone ad esempio; esse sono infatti un elemento importantissimo per la salvezza. E se salvezza dovesse significare convertirti allora sarà fatto. E se per convertirti fosse necessario far uso di violenza, di incuterti timore stai pur certo che non mi tirerò indietro poiché saranno tutte azioni fatte nel nome di Dio.

    1. Vale quanto scritto a chi ti precede. Le minacce sono un pessimo argomento e, infatti, i gesuiti non se ne servirono. Non porti altri argomenti che, invece, il gesuita potrebbe senz’altro portare, fondati sia su considerazioni razionali (evitare la frammentazione della dottrina, una per ciascun credente; considerare che anche le Scritture sono state selezionate e, in parte, scritte da uomini di Chiesa, dunque sono legate a doppio filo alla “Tradizione” che i protestanti respingono, in quanto considerata “umana” ecc.), sia su considerazioni scritturali (Gesù avrebbe investito Pietro dell’autorità papale ecc.).

  7. Un gesuita potrebbe invitare un protestante a non basarsi solamente sulle Sacre Scritture, ma di dare importanza anche alla Tradizione sacra Cattolico-romana che ha poco o nessun fondamento nella scrittura ma è altrettanto importante; quest’ultimo poi sosterrebbe la sua tesi spiegando invece che solamente il libero esame della Sacra Scrittura può rappresentare un’autentica fonte dottrinale. Il gesuita quindi spiegherebbe che esercitando di fatto una lettura prevalentemente letterale, andrebbe incontro a delle contraddizioni, risolvibili solo attraverso un’ interpretazione razionale di esse. Inoltre punto a favore del Cattolicesimo è il fatto che l’uomo può salvarsi non solamente attraverso la giustificazione di Dio ricevuta passivamente, ma anche compiendo, attraverso l’esercizio del libero arbitrio, opere meritatorie. Vi è poi un’ulteriore possibilità di accedere al Paradiso tramite il passaggio al Purgatorio.
    D’altra parte, condividendo io questo aspetto, credo che il protestante faccia bene a sostenere il sacerdozio universale, ovvero il rapporto diretto tra ciascun Cristiano e Dio, senza alcuna mediazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche o più in generale della Chiesa, ritenute corrotte e avide solo di maggior ricchezza e potere.
    Non è quindi scontato il fatto che il gesuita abbia motivazioni sufficienti dalla sua parte per convertire il protestante.

    1. Forse perché inclini personalmente verso la prospettiva dei protestanti, tendi ad “argomentare” le tesi cattoliche quasi “imponendole”, senza effettivamente cercare giustificazioni valide per esse.
      Il primato della Tradizione si può argomentare osservando che anche parte delle Scritture sono frutto della Tradizione e, comunque, fu la Chiesa, fatta di uomini, a selezionare le Scritture stesse (dunque si può credere che la Chiesa sia ispirata dallo Spirito Santo, se allora, perché non anche oggi?).
      La lettura della Bibbia, poi, “costringerebbe”, in una prospettiva cattolica, ad affidarsi alla Chiesa e al Papa, non solo perché, se letterale, essa è destinata a generare contraddizioni, ma anche perché, qualunque interpretazione, anche quella resa “allegoricamente” coerente, sarebbe inesorabilmente soggettiva e porterebbe alla frammentazione della fede (rispecchiata storicamente dalla moltiplicazione delle sette protestanti).

  8. Buongiorno,
    secondo me le idee dei gesuiti e dei protestanti sono molto diverse, soprattutto riguardo l’interpretazione delle Sacre Scritture. Il primo sostiene che solo gli ecclesiastici possono interpretarle invece Lutero e i protestanti dicono che ognuno di noi può leggere le sacre Scritture. Quindi, secondo me, un gesuita non riuscirebbe a convincere un protestante.

    1. Se leggi alcune delle risposte dei tuoi compagni, troverai diverse argomentazioni che il gesuita potrebbe addurre…

  9. Dovendo convertire un protestante inizierei cercando di confutare le sue idee, partendo da quelle in cui sono presenti le principali differenze fra le due religioni.
    Quindi andrei a parlargli del fatto che è giusto dare importanza alla Bibbia ma non è da tenere in considerazione solo quella, inoltre Dio ci ha mandato una guida, costituita dalla Chiesa (col suo massimo esponente nel Papa) che funge da congiunzione tra noi e Dio.
    A questo proposito gli farei notare che anche la Bibbia che lui considera l’unica fonte per la rivelazione di Dio all’umanità, è stata scritta da uomini, e quindi non ha senso non accettare il Papa ma accettare la Bibbia.
    Gli direi che per la salvezza e la purificazione dei peccati la fede è importante, ma va integrata con le opere, negherei quindi la sua convinzione che le opere seppur importanti non costituiscano un mezzo per la salvezza.

  10. Inizio dicendo che secondo me è molto difficile che un gesuita possa “reggere” un confronto con un protestante e addirittura convincerlo, poiché trovo che le argomentazioni a favore di quest’ultimo siano molto più numerose e convincenti.
    In ogni caso, se fossi un gesuita cercherei innanzitutto di convincere il protestante sulla validità delle Sacre Scritture oltre che della Bibbia.
    Poi, riguardo all’autorità del Papa, gli racconterei l’episodio di quando Cristo affidò a san Pietro il compito di fondare la sua Chiesa.
    Infine, direi che per raggiungere la salvezza le buone azioni in vita sono necessarie, l’amare il prossimo e vivere come ha insegnato gesù non può che rendere migliore il mondo in cui viviamo, e guadagnarci un posto nel regno dei cieli.
    Il protestante, come ho accennato all’inizio di questa risposta, potrebbe tranquillamente smentire il gesuita poiché le sue argomentazioni sull’interpretazione della Bibbia sono molto più convincenti, come le sue tesi contro il Papa e la sua corruzione..

    1. Sacre Scritture e Bibbia per un cristiano di qualsiasi confessione sono la stessa cosa! Forse tu intendevi la “Sacra Tradizione”?
      E quali sarebbero le argomentazioni del protestante così convincenti? Sono talmente convincenti che non sei in grado di riprodurne nessuna? :-)

  11. Sicuramente cercherei di convincere il protestante del fatto che il Papa sia una figura necessaria per i credenti ed in generale per la religione. La proclamazione del sacerdozio universale infatti è causa di una frammentazione della Chiesa, poiché ciascun uomo avrà un’interpretazione diversa delle sacre scritture. Il Papa ha il ruolo di definire dei canoni entro i quali i credenti possano riconoscersi e limita inoltre la prolificazione di culti eretici. Oltretutto il Papa venne nominato tale da Gesù nelle Sacre Scritture, ed è quindi una figura chiave.
    Successivamente procederei col giustificare sacramenti come la confessione, necessari per avvicinare a Dio coloro che si sentono perduti.
    In seguito smonterei la dottrina della consustanziazione, poichè se Dio fosse già stato presente nel pane e nel vino allora non avrebbe avuto bisogno di proclamarlo, ed il gesto degli apostoli di mangiare il pane ed il vino non avrebbe avuto nessun senso.
    Negherei quindi il primato della fede sulle opere, poiché secondo questo criterio Adamo ed Eva non avrebbero compiuto il peccato capitale poiché avevano piena fede in Dio che quindi li avrebbe dovuti perdonare.
    Il protestante ribatterebbe affermando che:
    1)Il passo dove Gesù nomina Pietro Papa dev’essere soggetto ad interpretazione e perciò questa designazione non è da considerarsi.
    2)La frammentazione della Chiesa non può aver luogo poiché l’interpretazione dei testi sacri da parte del singolo tenderà sempre ad un’intenzione comune, poiché le scritture sono uguali per tutti ed è quindi difficile ricavarne moltissime interpretazioni diverse.
    3)Il perduto non deve cercare chissà quale tramite per redimersi o ritrovare la via poiché è la fede stessa che gli garantisce la serenità
    4)L’evento che ha preso luogo durante l’Ultima Cena vuole semplicemente simboleggiare il sacrificio di Gesù in nome della salvezza degli uomini
    5)L’atto di mangiare la mela del serpente automaticamente classifica Adamo ed Eva come infedeli, poiché se si fossero fidati di Dio non l’avrebbero mangiata. Questo giustifica la loro cacciata dal Paradiso.

    1. Ottimo lavoro! Veramente molto puntuale e articolato. Non mi è chiarissima soltanto l’argomentazione del gesuita contro l’interpretazione protestante della “Cena”.

  12. Un gesuita potrebbe dichiarare a un protestante che l’interpretazione delle sacre scritture è troppo soggettiva e variabile e quindi è necessaria un autorità (il Papa) in grado di “mettere dei paletti” laddove non si riesce a definire in unica versione dell’interpretazione . Il protestante sostiene però il libero esame delle scritture e inoltre il sacerdozio universale, cioè che nessun sacerdote ha dei “poteri” (come la remissione di colpe o pene) ma esiste solo un rapporto diretto tra il fedele e Dio.

    1. Ottima “immaginaria” discussione… Forse, però, il potere di rimettere colpe e pene non è strettamente legato alla facoltà di interpretare correttamente le scritture…