L’empirismo scettico di David Hume e la critica della nozione di “causa”

Per comprendere come Immanuel Kant, considerato tra i massimi filosofi di tutti i tempi, affronti e, forse, risolva il problema del rapporto tra esperienza e ragione e, contestualmente, il problema del rapporto tra ordine apparentemente meccanico e deterministico dell’universo e libero arbitrio dell’uomo, possiamo prendere le mosse dalla filosofia di David Hume, l’autore scozzese che, a detta dello stesso Kant, l’avrebbe “risvegliato dal sonno dogmatico” (cioè dall’aderire acriticamente a una prospettiva assai vicina a quella di Leibniz e del suo principale allievo in terra tedesca, August Wolff).

Cfr. 2A, U5, cap. 5, § 1, pp. 395-96 (con l’accenno al difficile rapporto con Rousseau); § 3, pp. 397-403, e la pagina dedicata del sito principale (che, tuttavia, non tratta della credenza nell’identità dell’io, da approfondire sul manuale). Alla critica del concetto di causa è dedicata questa breve scheda.