Quanto Platone c’è in Moro e negli altri utopisti?

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2018-10-22 Tutto il giorno

Il percorso sul Rinascimento, toccando il tema della utopie politiche, ci ha offerto l’occasione di riprendere in mano un importante tema platonico trascurato lo scorso anno (quando ci siamo maggiormente concentrati sul rapporto tra platonismo e religione cristiana), il tema politico.

  • Alla luce dei testi e della sintesi proposte nell’unità didattica dedicata alle Utopie, confronta i tratti che contraddistinguono la città ideale secondo Platone con quelli che connotano le proposte “utopistiche” di Moro, Campanella e Bacone (cioè, come sempre, individua analogie e differenze).

22 pensieri su “Quanto Platone c’è in Moro e negli altri utopisti?

  1. Tommaso Moro, nel suo libro Utopia, descrive uno Stato ideale nel quale tutti i principi sono conformi alla ragione. Si ispira a Platone in quanto entrambi aboliscono la proprietà privata e conferiscono all’oro e all’argento valore nullo, dal momento che questi fanno compiere azioni negative alle persone.
    Entrambi ritengono che ogni cittadino abbia un proprio mestiere, a cui deve dedicare il suo tempo. In Moro, però, è presente anche la tolleranza religiosa e l’esistenza di un Dio creatore dell’universo, non citati nei testi esaminati di Platone.
    In Campanella, similmente a Platone, troviamo i tre principi fondamentali di uno Stato ideale (per il primo Potestà, Sapienza e Amore, per il secondo Saggezza, Coraggio e Temperanza) e il comunismo dei beni. L’unica differenza è la presenza, in Campanella, di una religione naturale, dettata dalla ragione.
    Nella Nuova Atlantide di Bacone viene descritta invece un’isola nella quale i cittadini compiono esperimenti per conoscere le forze nascoste della natura.

  2. La principale analogia che persiste tra l’uotpia di Platone e le utopie rinascimentali è il raggiungimento di un bene comune, per il quale ciascun individuo deve mettersi al sevizio della società.

    Gli utopisti condividono con Platone il cosiddetto “comunismo platonico”, visto come l’unico metodo per raggiungere l’armonia all’interno della società, in quanto ciascun membro si occuperebbe degli interessi dello Stato come se si trattassero di quelli personali e non tenterebbe di mettere il bene personale al di sopra di quello comune, creando così una società pacifica e solidale.

    Inoltre, come nella società tripartita di Platone, anche nelle utopie del Rinascimento gli individui hanno una funzione precisa determinata dalle loro virtù: nell’utopia di Moro ognuno ha una specifica occupazione che deve risultare utile alla città e conforme alla propria vocazione e in quella di Campanella vengono provate tutte le arti per poi scegliere quella a cui si è più inclinati.

    Le utopie hanno in comune con la “Repubblica” di Platone una forma di governo oligarchica anzichè democratica, poichè sono pochi coloro che sanno quale sia il bene comune da perseguire: mentre in Platone questo sapere è detenuto dai filosofi, in Campanella è un principe sacerdote a governare lo Stato, in quanto conosce profondamente il cattolicesimo, religione, secondo Campanella, sempre vera e conforme a ragione.

    E’ proprio l’elemento religioso che, a mio parere, distingue l’utopia rinascimentale da quella platonica: Platone infatti non si sofferma su questo aspetto che risulta invece rilevante in Moro (tolleranza religiosa) e soprattutto in Campanella, come sopraccitato.

    In aggiunta, mentre quelli di Moro e Campanella sono entrambi Stati conformi a ragione, secondo Platone questa non è sufficiente per il raggiungimento del bene comune, ma è necessario che sia affiancata dal coraggio e dalla temperanza.

    1. Ottima analisi. Ricorda soltanto che in Platone il comunismo vige solo per le classi dirigenti, non per tutti i cittadini.

  3. In tutte e quattro le opere si pone la scienza e la conoscenza al primo posto e al governo; e si afferma che il bene del singolo corrisponde al bene dello stato e viceversa. Inoltre è presente una forma di comunismo in tutte le utopie, ossia non esiste la proprietà privata (con una piccola eccezione terza classe di Platone che possiede gli oggetti con cui lavora), in particolare in Platone e Campanella vengono addirittura condivise le donne. Queste però in tutte le città ricoprono ruoli praticamente alla pari degli uomini, le uniche differenze sono dovute alle loro capacità fisiche.
    In tutte e quattro le utopie è presente una tripartizione, anche se solo in Platone suddivide tutto il popolo, mentre negli altri sono le cariche governative (anche se in Moro non ho trovato particolarmente segnata questa spartizione).In Platone non è presente un potere di un’unica persona che governa sugli altri e ha potere di veto, cosa che in Moro è identificata nel principe Ademo, in Campanella dal principe Sole o Metafisico e in Bacone da Salomone. Il ruolo religioso non è particolarmente fondamentale nell’utopia di Platone, invece nelle altre tre sì tanto che è presente una religione di stato che corrisponde al cristianesimo, in Moro e Bacone però si è liberi di professare qualunque religione purché si accetti di non farlo in modo violento, invece in Campanella la religione cristiana corrisponde all’unica naturale e risulta innata nell’uomo.

    (Le informazioni sulla Nuova Atlantide di Bacone provengono da siti internet, dato che il nostro libro di testo era povero di queste, che mi sembravano abbastanza affidabili, ma non ne ho la certezza)

  4. Platone vorrebbe uno stato ordinato, governato dai filosofi, nel quale ognuno realizza le sue inclinazioni naturali. Campanella invece vuole che tutti i beni siano messi in comune, come ad esempio la mensa, gli indumenti uguali per tutti, che tutti ricevano la stessa educazione e che tutti abbiano pari opportunità. Mentre per Platone la società andrebbe divisa per classi sociali, per Campanella la società è più egualitaria, in quanto ogni cittadino può venire eletto senza dare importanza alla sua classe sociale.
    Tommaso moro invece sogna una società dove domina la cultura che regola la vita degli uomini. Infine Bacone vorrebbe uno stato dove le persone vivono in pace fra di loro, parlano più lingue, viaggiano per studiare le altre culture e le nuove invenzioni e hanno alle basi della società la famiglia e il matrimonio.

    1. Tendi ad elencare i tratti specifici di ogni prospettiva ma non sviluppi a fondo il confronto tra le diverse prospettive. Nell’opporre il “comunismo” di Campanella alla proposta di Platone avresti dovuto ricordare che anche Platone (fonte probabilmente per Campanella) vige un comunismo, solo limitato alle classi dirigenti.

  5. Dopo aver studiato i tre più grandi filosofi che si sono dedicati alla ricerca di una città e società perfetta e coesa, possiamo sicuramente mettere in luce le analogie e le possibili differenze fra di loro.
    In particolare, notiamo che Platone pone alla base della sua società perfetta l’ordine e la disciplina, visione della società che porta all’esclusione di coloro che non impiegano il loro tempo a fare del bene per lo Stato, i quali vengono quasi esclusi o marginati.
    Questa visione ferrea della realtà a noi ci pare distante e inumana a causa di un effettivo episodio storico, cioè dalla rivoluzione Francese del 1789, poiché tende a favorire determinate classi sociali (la Borghesia) e a favorire l’interesse personale.
    Questa divisone settoriale della società è stata sicuramente ripresa da Tommaso Moro, il quale aveva la medesima opinione di Platone sulla partizione dei mestieri e dei compiti in base a delle abilità, sulla effettiva volontà di fare il bene comune (utilità comune) e su una visione più produttiva del tempo.
    Nonostante queste somiglianze, Tommaso Moro concepisce quella che è la solidarietà comune, esplicitata anche da Platone sulla base del Comunismo Platonico, sulla base anche del piacere, quindi, mettendo in luce anche i vizi dell’essere umano.

    Infatti questa propensione dell’uomo a soddisfare i suoi piaceri in questo caso diventa positivo, poiché unisce gli uomini e aiuta a creare un senso comune.
    In seguito Tommaso Moro pone altrettanta importanza alla religione, mettendo in luce la possibilità di ognuno nel persuadere l’altro senza ricorrere alla violenza o all’ingiuria.
    In fine un altro terzo filosofo postero e Bacone, il quale concepisce come i primi due una città ideale (modello) concepita come un enorme laboratorio sperimentale, per scappare dalla realtà e immaginare una possibile soluzione ai problemi politici e sociali delle rispettive epoche.

    1. Hai colto diversi tratti pertinenti. Come sempre, devi prestare maggiore attenzione ai connettivi e ai collegamenti (che non siano troppo lontani). P.e. quando scrivi:
      “Nonostante queste somiglianze, Tommaso Moro concepisce quella che è la solidarietà comune, esplicitata anche da Platone sulla base del Comunismo Platonico, sulla base anche del piacere, quindi, mettendo in luce anche i vizi dell’essere umano”, fino a “comunismo platonico” sembra che tu ti contraddica (“nonostante queste somiglianze” tra Moro e Platone, vi è l’ulteriore somiglianza del comunismo!, ovviamente il “nonostante” non si spiegherebbe, ma ci si attenderebbe un “oltre a” ecc.). Poi si scopre che la divergenza riguarda la funzione del piacere (il che è abbastanza attendibile). Questo, però, apparirà come un “vizio” solo nella prospettiva di Platone e non certo in quella di Moro!
      Il riferimento alla rivoluzione francese sembra poco pertinente allo specifico quesito, non trovi? In ogni caso più che favorire l’interesse personale la rivoluzione francese (in quanto evocata per opposizione al modo di pensare tradizionale) suggerisce che lo Stato sia costituito in funzione dell’individuo e non viceversa.

  6. Nella città ideale di Platone, lo scopo era la giustizia e lo Stato era diviso in tre classi (governanti,guerrieri e cittadini) selezionate non per diritti di nascita bensì per attitudini personali. Nella sua concezione di Stato perfetto subentra il cosiddetto ‘Comunismo Platonico’, appoggiato in alcuni aspetti sia da Campanella e sia da Tommaso Moro. Tutti e tre i filosofi erano d’accordo sul fatto che per far funzionare lo stato in modo corretto bisognava abolire la proprietà privata e accomunare tutti i beni in modo da non avere ne persone ricche ne persone povere. Mentre Platone si soffermava a spiegare le tre anime individuali (parte razionale, parte irascibile e parte concupiscibile ) Moro e Campanella trattavano un tema molto importante: la religione. Secondo Moro tutti dovevano essere d’accordo sul fatto che Dio fosse il creatore dell’universo ma ognuno era libero di venerarlo come credeva meglio (tolleranza religiosa) secondo Campanella, invece, il Cristianesimo era l’unica religione conforme alla ragione. Quasi totalmente staccato, se non per una certa somiglianza nella descrizione dell’isola come città ideale come aveva già fatto Moro, dai tre filosofi già citati, Bacone descriveva la sua città ideale come un enorme laboratorio sperimentale tanto che nello scritto “ Sulla dignità e sull’accrescimento delle scienze “ spiegò che la scienza si formava sulla memoria, sulla fantasia e sulla ragione. Scrisse anche i ”Saggi” nei quali analizzava sia la vita morale che politica, utilizzando la sapienza degli antichi e quindi la riscoperta dei classici, tema molto importante nel Rinascimento.

    1. Hai colto molti tratti rilevanti ai fini del confronto richiesto. Ricordati che il “comunismo platonico” concerneva solo i governanti, mentre negli altri utopisti (eccetto Bacone) sembra riguardare tutti i cittadini. Per Campanella la religione naturale coincide in particolare col cattolicesimo (siamo in clima di controriforma).

  7. Analogie:
    1. Sia secondo Platone sia secondo Tommaso il Moro:
    1.1 non vi deve essere la proprietà privata in quanto non ci deve essere un idea di appartenenza, tutto appartiene a tutti come se si fosse in un unico solidale famiglia;
    1.2 Ognuno deve svolgere la propria (unica) funzione in quanto è quello che si è chiamati a fare ( soprattutto secondo Platone dove ognuno è chiamato a svolgere la propria funzione in base alla prevalenza di un’anima sull’altra)
    2. In tutte le città ideali il bene principale è il bene dello stato e non quello del singolo
    3. Vi è una teipartizione sia in Platone (anima) sia in Campanella ( primalità: potenza, sapienza, amore)
    4. Sia in Tommaso il Moro in Campanella è riconosciuto un solo Dio creatore

    Differenze:
    1. Platone – Tommaso Campanella:
    Secondo Platone l’anima è composta da una parte irascibile, una razionale e una concupiscibile, mentre secondo Campanella ogni cosa ed essere vivente sono provvisti di una stessa anima la quale è propria anche del mondo ed è detta anima del mondo.
    2. Campanella – Tommaso il Moro
    Secondo Tommaso il Moro nella sua Utopia ognuno è libero di professare la religione che vuole mentre per Campanella esiste solamente la religione Naturale della Innata che corrisponde a quella Cristiana
    3. Tutti
    Secondo Platone e Tommaso il moro al governo devono esserci le persone che hanno come virtù la saggezza ( più per quanto riguarda Platone) mentre per Campanella a capo dello stato ideale deve esserci lui stesso (Sole)

    1. Ottima e chiara analisi.
      P.S. Si dice “Tommaso Moro” non “Tommaso il Moro” (forse è un lapsus dovuto al fatto che ti ricordavi di “Ludovico il Moro”, signore di Milano!).

  8. Platone si contraddistingue da Moro, perché Moro afferma nella sua Utopia che la proprietà privata va abolita, che la terra è coltivata a turno dagli abitanti, la cultura è rivolta all’utilità comune, mentre Platone afferma che ognuno ha un proprio mestiere o compito e ognuno è a servizio di tutti, e la cultura è riservata solamente ai filosofi e ai governanti. Campanella invece si contraddistingue da Platone perché dice che la sapienza viene fondata sui sensi, perché i sensi sono certi e la ragione è conoscenza incerta; lo Stato è governato da un principe sacerdote che segue tre principi: l’Amore, la Potestà e la Sapienza mentre Platone afferma che i filosofi sono i governanti dello Stato, Platone non fa riferimenti religiosi. Infine Bacone definisce la sua utopia come la Nuova Atlantide, un enorme laboratorio sperimentale, dove gli abitanti cercano di conoscere le forze nascoste della natura “per espandere i confini dell’impero umano ad ogni cosa possibile”. Platone invece prepara uno Stato già perfetto con ideologie stabilite, classi sociali, ecc.

    1. Inteso che per “contraddistinguere” tu intendi “distinguere” (“contraddistinguere” in italiano significa “caratterizzare” e non regge la preposizione “da” come “distinguere”), la tua risposta è tanto sintetica quanto esauriente.

  9. Secondo Moro tutto viene suddiviso secondo la teoria platonica della spartizione dei beni. Le cure ospedaliere sono uguali e gratuite per tutti e si possono praticare tutte le religioni. Insomma tutto il contrario di ciò che accadeva quel periodo, il suo libro critica i mali di quel secolo, la corruzione delle monarchie assolute e dispotiche, la vendita delle cariche pubbliche, l’immoralità del clero. L’utopia è la risoluzione dei contrasti sociali dove si abolisce la proprietà privata, la condivisione dei beni e alla mancanza del commercio, contrapposto però ad un gran lavoro rurale.
    Nella città di Campanella tutto è comune, niente proprietà privata, come nel racconto di Tommaso Moro, entrambi la pensano come Platone, ma non condivisero il pensiero “classista” del filosofo greco. Nel racconto di Campanella però fede e scienza sembra possano coesistere senza contrasti.
    Nella città ideale di Bacone formata da scienziati lo studio della natura e della fisica è messo in primo piano. assegna alla scienza quindi con un ruolo rivoluzionario, il compito di far progredire la società verso il bene, e alla religione quello di appoggiare la scienza per garantire alle nuove società dei valori morali. La società è governata da scienziati e non da filosofi, che possono estendere il loro dominio sulla realtà fino a trasformarla, alterarla e riprodurla. Bacone critica la filosofia, in particolare quella aristotelica che vedeva nel sapere un valore, per Bacone la scienza per avere un significato e dev’essere orientata all’azione, cioè apportando modifiche e innovazioni utili per l’uomo. Francesco Bacone alla fine arriverà alla conclusione che un uomo non dev’essere per forza un genio per capire le cose anche complicate, ma deve soltanto usare un metodo.

    1. La risposta contiene quasi tutti gli elementi utili a soddisfare la domanda, ma anche informazioni scarsamente pertinenti (come la critica di Bacone alla filosofia o dettagli sui disegni utopistici di questo e di quello). Avresti risparmiato energie se ti fosse concentrata a indicare soltanto i tratti comuni e divergenti tra le diverse proposte (come in una tabella sinottica).

  10. Un elemento comune tra la città ideale di Platone, l’Utopia di Tommaso Moro, la Citta del Sole di Campanella e la nuova Atlantide di Baccone è senza dubbio il consumismo. Questo comunismo è motivato dall’esigenza che ciascuno consideri come proprio il bene di tutti ed è diverso dal concetto di comunismo moderno. Esso in Campanella e Moro è esteso a tutti i cittadini mentre in Platone solo ai custodi dello stato.

    1. Comunismo, non consumismo come erroneamente scritto all’inizio… Un po’ sintetica la tua analisi, anche se corretta, non credi? Non è che ti stavi dimenticando dei compiti….?

  11. Campanella Moro e Platone credevano che il fine della giustizia sia l’unione dello stato e questo si otteneva abolendo la proprietà privata e mettendo tutti i beni in comune.
    Bacone invece si discosta da tutti gli altri perché credeva che la sua isola ideale fosse come un gran laboratorio scientifico.

    1. Ci sono anche differenze tra Platone e i due autori moderni… Un po’ superficiale l’analisi (e tardiva…)

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