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Quali le ragioni del sottosviluppo?

Dopo aver studiato le pagine del manuale indicate nell’ultima unità didattica svolta, relativa alla guerra fredda fino agli anni Cinquanta, approfondisci autonomamente il problema del persistente sottosviluppo dei Paesi di recente decolonizzazione (con particolare riguardo a quelli africani), concludendo lo studio del § 3 del cap. 16 del manuale e leggendo con attenzione la scheda dedicata al Dibattito sul sottosviluppo e l’inserto Sottosviluppo associato a toccanti immagini. Se l’argomento ti interessa, puoi ovviamente approfondirlo cercando fondate informazioni anche in rete o altrove.

Rispondi quindi al seguente quesito:

  • Quali le ragioni, a tuo parere, del persistente sottosviluppo (che dura fino ai giorni nostri) dei Paesi africani?

N.B. Il quesito ha un certa rilevanza e attualità perché, come sappiamo, molti flussi migratori che ci toccano molto da vicino non hanno solo ragioni politiche, ma anche economiche (con la differenza non da poco che, mentre nel caso dei profughi per ragioni politiche, in forza del diritto d’asilo, sancito anche dalla nostra Costituzione, siamo tenuti all’accoglienza, nel caso dei migranti cosiddetti “economici” siamo autorizzati a praticare forme di “respingimento”, che, ovviamente, sono ben lungi dal risolvere i loro problemi, anche se, apparentemente, sembrano risolvere, almeno per il momento, i nostri)

Come spiegare la Shoah e “le foibe”?

Sulla base di quanto finora studiato, letto, ascoltato e veduto (occasione per riprendere in mano gli argomenti trattati in questo modulo – cfr. le relative unità didattiche con tutti i rinvii di cui sono corredate – , anche in vista della prova p.v.), come possiamo spiegare (che non significa ovviamente “giustificare”, ma individuare possibili “cause” o, meglio, “condizioni” di ciò che va spiegato) i due eventi a cui sono dedicate rispettivamente la Giornata della Memoria e quella del Ricordo (ossia lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazisti e l’uccisione di numerosi italiani tra il ’43 e il ’45 ad opera soprattutto di forze jugoslave agli ordini di Tito, con il conseguente drammatico “esodo friulano-giuliano-istriano-dalmata”)?

A volte ritornano?

Dopo aver letto con attenzione la pagina del sito relativa alla nascita del fascismo, fruendo del documentario ivi “linkato” e studiando le pagine del manuale ivi evocate, rispondi al seguente quesito:

  • Secondo te il fascismo è stato un fenomeno possibile solo nel contesto storico nel quale esso ebbe effettivamente luogo o potrebbe ancora riproporsi qualora se ne dessero le condizioni (condizioni simili a quelle che ne costituirono storicamente i presupposti)?

Invece di rispondere direttamente al quesito puoi anche discutere le risposte di qualche tuo compagno (purché ve ne siano), cliccando su “rispondi” in corrispondenza al relativo post.

Marxismo-leninismo?

Dopo la rivoluzione d’ottobre e la successiva edificazione dello stato sovietico si diffuse in Russia (dove fu creato un apposito istituto dedicato allo studio delle opere di Karl Marx) e nel mondo una dottrina denominata marxismo-leninismo, che sottintendeva la continuità tra il pensiero di Marx e la prassi rivoluzionaria  di Lenin (a sua volta nutrita di pensiero, come quello espresso nelle opere Imperialismo fase suprema del capitalismo e Stato e rivoluzione).

  • Sulla base di quello che hai potuto comprendere della dinamica della rivoluzione russa, con particolare riguardo dell’approccio dei bolscevichi guidati da Lenin, tenendo eventualmente anche conto delle osservazioni di Antonio Gramsci, ti sembra che tra pensiero marxiano e approccio leniniano si dia continuità o frattura? In che cosa Lenin, in particolare, si mostra fedele a Marx e in che cosa innovatore?

 

Come uscire da una guerra?

Come abbiamo accennato, i trattati di pace conclusivi della prima guerra mondiale, ispirati da una parte al principio di nazionalità, su cui insistette molto il presidente americano Wilson (ma anche le altre potenze vincitrici, come l’Italia, ma soltanto quando loro conveniva), dall’altro lato a una più tradizionale logica di potenza, orientata a soddisfare le esigenze di espansione e di sicurezza dei vincitori (adottata soprattutto dalla Francia), possono essere considerati, almeno in parte, cause indirette di quell’instabilità europea che condusse, nel giro di una ventina d’anni, alla seconda guerra mondiale.

A tuo parere, avendo studiato le vicende delle prima guerra mondiale e, soprattutto, conoscendo, almeno a grandi linee, la composizione etnica, spesso variegata, delle diverse potenze coinvolte nel conflitto, si sarebbe potuto fare meglio, se si fosse voluto disegnare un’Europa stabile e pacificata? Secondo quali principi, linee guida, soluzioni concrete?

(Spesso si dice che non si può “fare la storia con i se”, ma, a volte, testare le diverse “possibilità” in gioco nelle diverse situazioni, oltre quelle che furono effettivamente esperite, aiuta a ponderare, come ci insegna Max Weber, con la sua “teoria della possibilità oggettiva“, la presumibile incidenza causale dei fattori in gioco nei diversi processi storici)

P.S. Qualcuno si ricordi di portare, cortesemente, il manuale di storia!