La crisi della Chiesa tra Tre e Quattrocento

Nel Trecento e nella prima metà del Quattrocento la Chiesa cattolica, che nei secoli precedenti era riuscita a esercitare una forma di “teocrazia” in Europa occidentale, in un serrata confronto, spesso vincente, con il Sacro Romano Impero, cadde in una profonda crisi, segnata da due fondamentali fenomeni: la c.d. “cattività” avignonese (il trasferimento della sede papale ad Avignone dal 1307 al 1378, sotto la diretta influenza dei sovrani di Francia., “cattività” avversata da Francesco Petrarca e santa Caterina da Siena, tra gli altri) e lo scisma d’occidente (la rottura dell’unità cristiana tra il 1378 e il 1418, che vide fino a tre papi contendersi la fedeltà di principi e popoli diversi).

In questo periodo, anche a seguito della guerra dei cent’anni che si svolse contemporaneamente tra Francia e Inghilterra e ai progressi della reconquista spagnola,  le monarchie europee, sempre più forti e centralizzate, a cominciare dalla Francia, subentrarono all’Impero nella lotta per l’egemonia contro la Chiesa, cercando di “nazionalizzare” le rispettive chiese (fenomeni del gallicanesimo, di un embrione di anglicanesimo ecc.).

La Chiesa dal canto suo, anche dopo la fine dello scisma, continuava a perdere prestigio in campo spirituale per il persistere della corruzione dei sacerdoti (anche vescovi e papi) e per l’emergere di nuovi, inquietanti fenomeni, come il nepotismo (la pratica di papi e vescovi consistente nel favorire politicamente ed economicamente i propri parenti) e come forme di mecenatismo che, se da un lato contribuirono ad arricchire Roma delle opere d’arte che caratterizzarono il nostro Rinascimento, dal punto di vista di una spiritualità evangelica apparivano pericolosi cedimenti a forme di neopaganesimo.

Contro tali tendenze continuavano a sorgere movimenti ereticali (come i lollardi inglesi ispirati da John Wyclif o gli hussiti boemi, seguaci di Jan Hus, invitato al concilio di Costanza e ivi arso sul rogo nel 1415), nella tradizione dei movimenti pauperistici dei secoli precedenti, ma contraddistinti da novità che anticipavano quella che sarebbe stata la Riforma protestante: ad esempio l’invito a un ritorno alla parola di Dio, riportata nelle Scritture, da tradurre nelle lingue dei diversi popoli, contro le pretese dell’interpretazione pretesa autentica (ma giudicata interessata e strumentale) della Chiesa di Roma.

Cfr. § 7.1, pp. 175-180; § 8.6, pp. 243-44, da La chiusura dello scisma e il ritorno alla normalità

Ecco la sintesi su cattività avignonese e scisma d’occidente di cui abbiamo fruito in aula.

Per chi volesse approfondire qualche aspetto…

Ecco un video (facoltativo) di Rai Storia sulla crisi del Papato all’inizio del Trecento.

Ecco un video (facoltativo) di Rai Storia su Caterina da Siena, la santa che tanto si batté per il ritorno del Papa a Roma.

Ecco un video (facoltativo) di Rai Storia sullo scisma d’occidente