La fine del rinascimento e il predominio spagnolo

Dopo i quarant’anni di relativa pace e fioritura artistica, filosofica e culturale delle corti italiane, compresi tra la pace di Lodi (1454) e la discesa di Carlo VIII in Italia (1494), l’Italia cade rapidamente sotto il predominio straniero (prima spagnolo, tedesco e francese, quindi esclusivamente spagnolo), situazione che si consolida con la pace di Cateau-Cambresis tra Francia e Spagna del 1559 e che avrà fine sostanzialmente solo col risorgimento e l’unificazione del Paese nel 1861 (cambieranno solo i dominatori, dal 1714 prevalentemente gli Asburgo d’Austria).

Tra il 1494 e il 1559 l’Italia è anche teatro di sanguinose e rovinose guerre (le cosiddette guerre d’Italia) che segnano anche la fine del rinascimento sotto il profilo economico e culturale (fine in genere collocata nel 1527, data del sacco di Roma, o nel 1530, data dell’incoronazione a Bologna di Carlo V e della caduta della seconda repubblica fiorentina).

Cfr. I, § 8.9, pp. 251-54; § 12.1, pp. 359-62; § 13.1, pp. 411-18; del § 12.3, il c. 3° a p. 372, Dalla lega di Smalcalda alla pace di Augusta.