Un’eterogènesi dei fini?


gioco_educativo

La crisi del senso a cui si assiste col tramonto delle grandi “sintesi” filosofiche sistematiche à la Hegel  non è scevra di scoperte promettenti, che alimentano una feconda cultura del sospetto, della ricerca, della messa in luce “archeologica” o “genealogica” di “strati” di senso sepolti sotto l’apparenza.

Viene ad esempio tipicamente in luce l’eterogenesi dei fini che si nasconde dietro istanze apparentemente univoche.

Quello che il singolo persegue come fine o scopo (soggettivo, egoistico) diventa un mezzo per altri fini nella prospettiva di un’istanza superiore.

  1. Si può iniziare da un modello “teologico”: l’azione di Giuda (di consegnare Cristo ai carnefici): soggettivamente colpevole ed efferata (trattandosi nientemeno che di “deicidio”), quest’azione è “salvifica” nell’economia della salvezza (come si usa dire, non a caso), perché, permettendo la morte e resurrezione di Gesù, consente la redenzione dell’umanità.
  2. Un esempio classico, tratto dalla cd. “filosofia della storia”, è offerto della nozione di astuzia della ragione in Hegel (erede della nozione religiosa di “provvidenza”, a cui attinge in senso pre-hegeliano p.e. Giambattista Vico, al quale può essere attribuita la prima formulazione esplicita della nozione di “eterogenesi dei fini”): azioni compiute da singoli individui per la gloria personale (si pensi a Napoleone) possono assolvere una funzione progressiva dal punto di vista storico-generale (per esempio diffondere in Europa i principi dell’illuminismo e della Rivoluzione Francese) senza che chi le compie lo voglia o, a volte, ne sia neppure consapevole.
  3. Nel caso della biologia (cfr. gli esempi di Schopenhauer e Leopardi) è la specie che sfrutta, per così dire, i nobili costumi amorosi umani (amor cortese, sacramentalità del matrimonio ecc.) per perseguire il fine molto materiale della propria riproduzione (da tale intuizione deriva probabilmente la teoria dell’evoluzione, secondo la quale la lotta per la sopravvivenza da parte dei singoli  viventi  ha per effetto l’evoluzione delle specie; tuttavia, almeno nella versione darwiniana, non si tratta più propriamente di eterogenesi dei fini, poiché la selezione naturale opera senza scopo, ciecamente).
  4. Un altro esempio di eterogenesi dei fini può essere ricavato dall’educazione dei bambini, ossia dall’ambito pedagogico: li si fa giocare affinché possano apprendere nuove abilità, mentre i bambini stessi, soggettivamente, hanno come scopo solo quello di divertirsi.
  5. Ma l’ambito in cui l’eterogenesi dei fini celebra, per così dire, il suo moderno trionfo è senz’altro quello dell’economia.

L’idea può essere schematizzata come segue.

Dato un soggetto x che si pone determinati fini, esiste (sempre?) un’istanza y tale che quelli che per x sono fini per y sono mezzi per conseguire fini ulteriori (o, come si dice spesso, “secondi fini”).

Vedi schema.

di Giorgio Giacometti