Søren Kierkegaard

Kierkegaard

Søren Kierkegaard può essere considerato un precursore dell’esistenzialismo contemporaneo.

A partire da una critica radicale della pretesa della filosofia di trattare dell’universale (da Aristotele a Hegel) Kierkegaard,  rinnovando un filone sotterraneo di pensiero risalente ad Agostino, Montaigne e Pascal, pone la questione del singolo, a cominciare da se stesso, ciò che aristotelicamente sfugge a qualsivoglia definizione, classificazione.

Nondimeno Kierkegaard tratteggia diverse forme di vita del singolo o “stadi”: lo stadio estetico, etico e religioso. Non vi è alcun passaggio necessario da uno stadio all’altro. In generale, nulla di ciò che ci riguarda è necessario, ma tutto è soltanto possibile, oggetto di libera scelta. Ogni scelta, tuttavia, implica sempre rinuncia, la rinuncia a ciò che si scelto di non scegliere.

La vita estetica si consuma nell’attimo del godimento, si ripete senza evolvere ; la vita etica è costruttiva, ma comporta un’obbedienza che non può mai essere piena alla legge morale (Kierkegaard è protestante e avverte l’intrascendibilità del peccato originale, di un male radicale che ci preclude di vivere pienamente secondo il bene); la vita religiosa è resa possibile dall’abbandono a Dio per mezzo della fede, uno a Uno, senza che tuttavia questo ci liberi dal compito di scegliere e dell’angoscia mista a disperazione che ogni scelta necessariamente comporta.

 

di Giorgio Giacometti