Che cos’è la consulenza filosofica?

Né quando uno è giovane esiti a filosofare, né quando è vecchio si stanchi di filosofare. Infatti, per nessuno, non è ancora il momento o non è più il momento di acquistare la salute dell’anima. Perché chi afferma che non è ancora il tempo opportuno per filosofare, o che questo tempo è ormai passato, assomiglia a chi dicesse che non è giunto ancora il momento per la felicità, o che non lo è più. 

Epicuro

Non posso non fare filosofia finché vivo.

Ogni scelta che compio, delle più piccole alle più grandi, dipende dalla mia “filosofia di vita”.

A quale scuola iscrivermi, se accettare o meno una proposta di lavoro, se sposare o meno quella certa persona, se lasciarla, quando ne va della vita stessa…

Spesso, però, le scelte che faccio si rivelano sbagliate.

Colpa di qualcuno? No, gli errori che commetto dipendono solo da me. Forse non ho chiarito a me stesso fino in fondo quello che voglio. Oppure non mi sono accorto di qualche incongruenza nella mia visione delle cose.

Gli stessi “imprevisti” non avrebbero rappresentato un problema, se io li avessi messi in conto fin dall’inizio.

Come rimediare ai miei errori del passato, come evitare di commetterne altri in futuro? Portando alla luce integralmente la mia filosofia di vita, senza cadere nella facile tentazione dell’autoinganno, avendo di mira soltanto la verità.

Non sono solo ragione, ma anche passione? Certo, ma ogni mia passione, ogni mia più piccola emozione (d’amore, di paura…), se ci rifletto, contiene un pensiero, un giudizio sul mondo (che quella persona sia meravigliosa, che quella situazione sia pericolosa…). Mi  chiede, dunque, qualcosa: di venire compresa, tradotta e messa in relazione con gli altri miei pensieri.

A questo fine posso affidarmi alla guida esperta di un consulente filosofico, che sappia farmi le domande giuste, senza farmi sconti.

Per ottenere che cosa? La serenità che deriva dalla presa di coscienza, talora fulminea, di quello che forse ho sempre saputo, ma che finora non mi sono mai veramente detto. La liberazione dai fantasmi di cui ero prigioniero. Perfino la felicità, come scrive Epicuro, se ho imparato a esercitare da solo la filosofia, ogni giorno, e a dare, quindi, alle cose il giusto peso.

La consulenza filosofica può aiutare a comprendere meglio le ragioni delle proprie scelte o, se si è ancora in dubbio,
a decidere quali scelte fare.

La consulenza filosofica può anche aiutare a farsi una ragione di quello che ci accade.

Per saperne di più puoi leggere il mio libro, intitolato, come questo sito,  Platone 2.0. La rinascita della filosofia come palestra di vita, Mimesis, Milano-Udine 2016.

Per avere un’idea del contenuto di questo libro puoi leggere due penetranti recensioni: la prima di Davide Ubizzo apparsa sulla rivista “Phronesis” , Anno XIV, numero 25-26, aprile 2016; la seconda, a cura di Augusto Cavadi, su “Comunicazione filosofica”, n. 38, maggio 2017); oppure puoi anche assistere virtualmente alla presentazione del libro, nel quale si è chiarito sinteticamente di che cosa si tratta quando si parla di consulenza filosofica.

Puoi anche leggere questo confronto tra il mio libro (Platone 2.0) e il Manuale della consulenza filosofica di Stefano Zampieri.

Puoi infine visitare utilmente il sito del Centro di Consulenza e Pratiche Filosofiche di Norma Romano.

 

  • Ma, in estrema sintesi, che cos’è la consulenza filosofica?

Si tratta di una forma di pratica filosofica, che può essere fatte risalire all’esperienza della Philosophische Praxis, nata in Germania negli anni Ottanta del secolo scorso ad opera soprattutto di Gerd Achenbach.

La mia ipotesi è che ancor  oggi, per comprendere che cosa sia la consulenza filosofica, la cosa migliore sia attingere al magistero di Achenbach.


Leggi, dunque, qui un approfondimento sulla consulenza filosofica, intesa come disciplina storicamente sorta sulla scia dell’opera di Gerd Achenbach.


Diffusasi presto in Austria, Olanda, Svizzera e negli altri Paesi europei, tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, – mentre in Francia proseguiva in varie forme l’attività inaugurata da Marc Sautet con i suoi seminari e Café Philo – quest’esperienza, grazie soprattutto all’opera di Ran Lahav, ha interagito fecondamente con esperienze sorte nel frattempo autonomamente in Israele e negli Stati Uniti. Oggi esiste un’associazione internazionale di pratica filosofica a cui è affiliata anche l’Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica Phronesis.

  • Ma da dove viene l’idea della consulenza filosofica?

Le consulenza filosofica è ispirata alla tradizione della filosofia antica, come esercizio della “cura di sé”. Essa presuppone una critica (talora estremamente circostanziata e profonda) tanto della forma accademica ed “ingessata” assunta dal pensiero filosofico moderno e contemporaneo (la filosofia dell’università e delle scuole), quanto del dominante “paradigma terapeutico” [per la critica del paradigma terapeutico cfr. Neri Pollastri, Il pensiero e la vita, pp. 90 ss.] in base al quale si tende ad offrire soluzioni al disagio esistenziale medicalizzandolo, suturando la ferita piuttosto che interpellandola nel suo valore di testimonianza di una domanda di senso.

Di fronte alla diffusa domanda di orientamento e di senso, l’approccio filosofico, inteso secondo questa modalità informale, ma non meno rigorosa di quella accademica, sembra rappresentare una risposta sempre più pertinente e, si direbbe, necessaria.

Facendosi portatrice di una concezione che non assume i problemi delle persone come sintomi di malattie, ma piuttosto come spie di un desiderio più profondo di conoscenza di sé, la pratica della filosofia ne fa l’occasione per un libero e responsabile esercizio di ricerca.

  • Come si svolge una consulenza filosofica?

L’indagine muove dal vissuto dei soggetti coinvolti, dai loro problemi e conflitti, ma anche dalla loro intuizioni e dalle loro speranze, dai loro progetti e dalle loro teorie. Soprattutto attraverso l’analisi attenta e rispettosa dei significati delle parole e dei discorsi con cui i partecipanti cercano di esprimere la propria visione del mondo, l’esercizio filosofico tende a ricercarne presupposti e implicazioni, a sviscerarne eventuali nascoste aporie, a metterne in luce il non detto, a valorizzarne la ricchezza semantica ed esistenziale, attraverso un procedimento rigoroso di messa in questione critica e autocritica, in cui la stessa pratica della filosofia può essere messa in discussione.

  • Ma quali sono gli obiettivi di questa pratica, in ultima analisi?

Lo scopo non è quello di risolvere problemi, ma quello di fare filosofia. In questa libera attività ci si prende tutto il tempo di cui si ha bisogno (scholé) senza l’ansia di dover perseguire questo o quell’obiettivo per dovervi misurare la propria efficienza. E, tuttavia, per la naturale serendipity che contraddistingue questo modo di procedere, spesso si trova quella soluzione a cui non si sarebbe mai pensato.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Giorgio Giacometti