Quadro storico-cronologico della filosofia antica


socrate_largoConviene cominciare da Socrate, nato intorno al 470 a.C., il filosofo tipo. Come Talete, Pitagora e Gesù Cristo non scrive nulla. Muore nel 399 a. C. in seguito al processo intentatogli da alcuni cittadini ateniesi. Vive nell’età classica greca (età di Pericle), durante la quale la filosofia, grazie al movimento dei sofisti (da cui tuttavia Socrate prende le distanze), comincia a interessarsi in modo sempre più esplicito dell’uomo (ossia del soggetto che la può esercitare) prima ancora che degli oggetti su cui possiamo interrogarci (in primo luogo la natura, l’essere, l’universo).

Platone (427-347 a.C.), discepolo di Socrate, ne reca testimonianza nei suoi 36 dialoghi scritti, la prima opera completa di filosofia che ci è rimasta, in cui Socrate figura quasi sempre come protagonista.

Platone, nei suoi scritti, documenta anche con precisione il metodo filosofico: esso consiste nel dia-logo, ossia nel ragionare (lògos = ragione)  insieme su una o più ipotesi per verificarle o falsificarle (cercando quindi la conoscenza, non la vittoria su qualche avversario).

Anche se vi sono altri testimoni indipendenti (Senofonte, Aristotele, Aristofane) è molto difficile per non dire impossibile distinguere la filosofia di Socrate da quella di Platone (sarebbe un po’ come tentare di distinguere l’insegnamento di Gesù da quello che ne riferiscono gli evangelisti, come Matteo o Giovanni).

Platone fonda ad Atene nella prima metà del IV sec. a. C. (nel 387) la sua scuola, l’Accademia.

Aristotele (384-322 a.C.), a sua volta discepolo di Platone, dopo la morte del maestro fonda nella seconda metà del secolo (nel 335, un anno dopo la salita al potere di Alessandro Magno) il Liceo (che è costretto a chiudere nel 323, dopo la morte improvvisa del suo allievo e protettore macedone).

Alla luce del magistero socratico, la filosofia greca acquista con Platone e Aristotele quella forma classica che sarà, infine, perfezionata, codificata e trasmessa alle generazioni future soprattutto dai cosiddetti neo-platonici (primo tra tutti: Plotino, III sec. d. C.).

  • E della filosofia ellenistica che mi dici?

Epicuro e Crisippo sono rispettivamente il fondatore dell’epicureismo e il più importante esponente dello stoicismo (con il fondatore Zenone), vissuti in età ellenistica (dopo la morte di Alessandro Magno, 323 a.C.). La filosofia ellenistica (che comprende anche le correnti, tra le altre, dello scetticismo e del cinismo) accentua, in generale, l’interesse di Socrate per l’uomo e per il senso del suo agire, codificando la figura del tipico saggio che ogni filo-sofo cerca di incarnare e che rimane esemplificata per tutti costoro da Socrate.

  • Ma quando finisce la filosofia antica?

La filosofia antica… o piuttosto: la filosofia in quanto tale, nel suo significato classico e originario, si conclude (apparentemente) – forse risorgerà nel Rinascimento, o forse nell’età contemporanea, nella forma della pratica filosofica… – con il trionfo del cristianesimo che, in un certo senso, offre tutte le risposte che i filosofi andavano cercando. Dopo l’editto di tolleranza, emanato da Costantino nel 313 d. C., e il successivo riconoscimento del cristianesimo come religione di Stato (nell’impero romano), avvenuto nel 380 d.C. ad opera dell’imperatore Teodosio, finalmente nel 529 d. C. emissari dell’imperatore Giustiniano (celebre per avere fatto codificare definitivamente il diritto romano e “liberato” l’Italia dai barbari) fanno chiudere l’ultima scuola di filosofia “pagana”, operante in Atene (dove insegnavano un filosofo platonico, un aristotelico, un epicureo e uno stoico).

  • Perché, la maggior parte dei manuali di storia della filosofia iniziano non da Socrate, ma da Talete?

Prima di Socrate sono vissuti alcuni “saggi” (sophòi) che solo da Platone e Aristotele in poi abbiamo imparato a considerare “filosofi”, come precursori di Socrate (come i profeti e specialmente Giovanni Battista sono considerati precursori di Cristo), dal quale, dunque, come da un centro o cuore della filosofia, sembra meglio iniziare. Essi sono generalmente chiamati appunto pre-socratici.

  1. Il primo “filosofo” che la storia ricordi, in questo senso, è Talete, che previde l’eclissi del 585 a. C. (dunque è vissuto tra VII e VI sec. a.C.. a Mileto, nella Ionia, in Asia Minore, come i suoi successori Anassimandro, cui si deve il primo frammento di filosofia pervenutoci, e Anassimene).
  2. Pitagora (VI sec.) possiamo fare risalire l’idea di un cosmo ordinato matematicamente.
  3. A Eraclito (VI-V sec.) è attribuita la sentenza “pànta rhêi“, tutto scorre.
  4. A Parmenide (VI-V sec.) possiamo far risalire l’intuizione del principio secondo il quale “niente viene dal niente” e “nulla si crea, nulla si distrugge”.
  5. A Empedocle di Agrigento (V sec.) si deve la codificazione dei 4 elementi fondamentali del cosmo: terra, acqua, aria e fuoco, che contraddistinguono ancora i segni zodiacali.
  6. Secondo Anassagora (V sec.) “ogni cosa è contenuta in ogni cosa”.
  7. Gli atomisti, Leucippo e Democrito  (V-IV sec.), infine, furono i primi a intuire l’esistenza di “atomi” come elementi fondamentali della materia.

Ma se Socrate non fosse vissuto, probabilmente non li ricorderemmo come filosofi (anche perché probabilmente non esisterebbe la filosofia come noi la conosciamo).

In ogni tempo, insomma, Socrate è stato considerato il prototipo del filosofo.

di Giorgio Giacometti