Criteri per riconoscere la storicità di detti e fatti di Gesù

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La moderna storiografia suggerisce almeno quattro criteri per distinguere i detti e i fatti attribuiti a Gesù storicamente attendibili.

  1. Verosimiglianza: sono attendibili quei comportamenti adottati da Gesù che non violano le leggi di natura (sotto questo profilo i miracoli di Gesù non sono più attendibili di quelli attribuiti ad Apollonio di Tiana, a Pitagora, a Empedocle e ad altri, miracoli che la moderna storiografia considera invenzioni dei loro rispettivi biografi, o dei portenti di cui è costellata ad. es. la storia romana a partire dall’assunzione in cielo come dio di Romolo, il fondatore di Roma)
  2. Conformità: sono attendibili quei comportamenti adottati da Gesù e quelle parole da lui pronunciate congruenti con la cultura ebraica di appartenenza (ad es. se Gesù agisce o parla come un greco o un romano è probabile che l’episodio in cui questo avviene sia stato inventato o, almeno, modificato all’interno di una comunità cristiana costituita da Greci o Romani)
  3. Imbarazzo: sono attendibili quei comportamenti adottati da Gesù e quelle parole da lui pronunciate che è improbabile che siano stati inventati da cristiani di epoche successive perché poco compatibili con l’immagine di Cristo via via codificata dai teologi e, dunque, tali da suscitare un certo imbarazzo (ad es. quando Gesù agisce con una certa violenza o dichiara di essere venuto a portare la guerra o a dividere i padri dai figli ecc. )
  4. Attestazione multipla: sono attendibili quei comportamenti adottati da Gesù e quelle parole da lui pronunciate attestati da più fonti distinte, che non dipendono l’una dall’altra o da un’unica fonte comune (ad es. tutti i vangeli attestano che Gesù è  stato crocifisso, mentre discordano su altri particolari)

Ovviamente bisogna ricorrere a questi criteri con giudizio. Ad esempio se un episodio della vita di Gesù non suscita imbarazzo ed è perfettamente compatibile con l’immagine di Gesù elaborata dalla successiva teologia cristiana non per questo esso è falso (ma neppure necessariamente vero). In alcune circostanze Gesù si oppone alla tradizione p.e. di farisei: non per questo è violato il criterio della conformità, anzi, un rabbi anticonvenzionale come Gesù poteva opporsi alla tradizione farisaica, proprio perché la conosceva (il criterio di conformità è ribadito).  Infine, non tutto quello che è verosimile che possa essere accaduto è necessariamente accaduto (resta sempre possibile che qualcuno per qualche ragione l’abbia inventato).

In generale nulla vieta di credere alla lettera di quello che è i Vangeli attribuiscono a Gesù, con la sola eccezione dei fatti e delle parole riferiti da testi diversi in modo reciprocamente contraddittorio (ad es. l’ultima cena si svolgerebbe il giovedì santo per il Vangelo di Giovanni e il venerdì santo per i Vangeli sinottici). Soltanto: se si crede ai miracoli, improbabili ma non impossibili, e, in particolare, al miracolo cardine della resurrezione di Cristo, la ragione per questa fede non può essere fondata sulla verosimiglianza storica ma su argomenti di altra natura p.e. di ordine teologico. Un argomento adoperato p.e. da Vittorio Messori è il seguente: se Dio esiste è strano che abbia tollerato che per millenni una buona “fetta” di umanità abbia creduto di riconoscerlo nel volto di Cristo, se questi fosse stato un impostore (e non avesse compiuto i miracoli che gli sono attribuiti).

di Giorgio Giacometti