Il saggio Luoghi dell'Altro e asimmetrie della prassi [file pdf, 271 Kb] è tratto da un intervento al seminario di filosofia della politica dell'Università di Pisa, datato maggio 1994.
Vi si discute la possibilitàdi uscire dall'orizzonte aperto dalla filosofia classica, evocando, come tenta di fare un autore come Lévinas, un'irriducibile alterità rispetto alla tradizione occidentale. La discussione delle tesi lévinassiane, stimolata da una suggestione di Jacques Derrida, permette di mettere in luce le aporie che vi soggiacciono, suggerendo, in ultima analisi l'intrascendibilità dell'orizzonte della cosiddetta "metafisica" (rettamente intesa come "metaforica"), operante perfino in autori insospettabili come Ricoeur e Lacan.
Una relazione politicamente sana con l'Altro, il Diverso, non sembra dunque poter prescindere dalla radicale tematizzazione platonica (cfr. Sofista) dell'intima (e non per questo meno aporetica) appartenenza del Diverso all'Identico e viceversa.