Diario filosofico di una paternità
L’8 marzo 2016 è nato mio figlio Lorenzo, Lorenzo Giacometti. Il 28 marzo ha ricevuto il battesimo ed è “rinato in Cristo”.
Ma che cos’è la nascita di un figlio? Quando ti nasce un figlio?
Diario filosofico di una paternità
L’8 marzo 2016 è nato mio figlio Lorenzo, Lorenzo Giacometti. Il 28 marzo ha ricevuto il battesimo ed è “rinato in Cristo”.
Ma che cos’è la nascita di un figlio? Quando ti nasce un figlio?
Affinché qualcosa vi sia occorre almeno un organismo vivente, il quale presuppone, a sua volta, che vi sia un ambiente.
Ne sei certo? Sarebbe un universo senza tempo, in cui niente propriamente sarebbe.
Non trovi che vi sia qualcosa di demagogico e di incoerente in questa nuova fattispecie di reato?
In altre parole, a tuo parere, non si può fare che una coppia sia omosessuale o una famiglia sia costituita da due mamme (o due papà) e uno o più bambini, per la stessa ragione per cui non si può fare che un triangolo abbia quattro lati. È così?
È di queste settimana la discussione, sviluppata non solo nel Parlamento italiano, ma anche sui media nazionali, intorno alla proposta di legge “Cirinnà”, la quale, tra le altre cose, propone la cosiddetta step child adoption, ossia la possibilità, per il partner gay del genitore di un bambino, di adottarlo. Come in molti casi del genere, in cui sono gioco complesse questioni bioetiche, il dibattito appare l’opposto di un dialogo. Si assiste allo scontro tra schieramenti, i cui membri non sembrano affatto disposti non dico “a mettere in discussione”, ma neppure ad approfondire (auto)criticamente i presupposti da cui muovono, che assurgono in tal modo a veri e propri dogmi.
Continua la lettura di È giusto che coppie gay possano adottare bambini?
Ho sognato che non siamo in nessun posto.
Il nostro corpo occupa uno spazio. Grazie al cervello e ad altri organi percepiamo lo spazio che circonda il nostro corpo e il nostro corpo stesso. Ma “noi”, coloro che percepiscono tutto questo, siamo anywhere, ovunque e in nessun luogo. Si potrebbe credere che siamo “dentro” il corpo, ma, non essendo noi stessi corpo, ma avendo piuttosto un corpo, non siamo nello spazio, né dentro, né fuori.
Quando sogniamo, non percepiamo più ciò che circonda il nostro corpo. Percepiamo, perciò, qualcosa di “interno”? Il movimento dei “neuroni”? No, davvero. Percepiamo qualcosa che, come noi, non si trova in alcun luogo. Dunque si trova ovunque, e non dentro. Sognare è essere altrove. Ovunque.
Non vedo come un organismo vivente possa essere tenuto assieme, crescere, nutrirsi, reagire agli stimoli, riprodursi, soltanto su basi fisiche e chimiche. Sarebbe come pretendere che pezzi di Lego, variamente combinati e fatti roteare e sbattere gli uni contro gli altri, a caso, fossero in grado di farlo o che granelli di sabbia di diversa foggia, opportunamente distribuiti, si ordinassero a poco a poco a formare castelli sulla riva del mare.
Possiamo accettare questa precisazione, ma solo intendendo, più precisamente: non sono soggette a “falsificazione empirica”, nel senso di Popper.