Fu vero marxismo?

View Calendar
2020-02-03 Tutto il giorno

Studia l’unità didattica relativa alla nascita del comunismo storico, con tutte le risorse che la corredano, facendo in particolare riferimento alle tesi di Antonio Gramsci e Rosa Luxemburg che vi sono riportate. Dopo aver eventualmente ripassato il pensiero di Marx, rispondi quindi al seguente quesito:

  • Fino a che punto, a tuo parere, il cosiddetto “socialismo reale” realizzato in Russia da Lenin, rispecchiava l’originaria dottrina di Marx e/o ne rappresentò un tradimento?

34 pensieri su “Fu vero marxismo?

  1. La rivoluzione russa dell’ottobre del 1917 attuata dai bolscevichi, di cui Lenin ne era il maggior esponente, può essere considerata, a parer mio, un vero e proprio tradimento della originaria visione marxista. Innanzitutto è da ricordare che in Russia il proletariato è assente: al suo posto ci sono i contadini, perciò è già evidente come non fosse possibile la dittatura del proletariato, sostenuta da Marx. Quest’ultimo, infatti, promuoveva una dittatura del proletariato sulla minoranza della borghesia, che nel caso della Russia assume invece le sembianze della dittatura della minoranza (i bolscevichi), sui contadini che rappresentavano la maggioranza. Dall’altra parte, Marx era convinto che la rivoluzione seguisse alla ribellione degli operai che riuscivano a superare le alienazioni; solo se la rivoluzione avveniva a livello mondiale, allora si avrebbe assistito alla scomparsa della classe media (inglobata da quella operaia o dalla classe dominante) con il conseguente crollo del capitalismo. Per i russi ciò non è mai avvenuto, perché la rivoluzione è stata anticipata, senza aspettare le condizioni giuste, anche perché il capitalismo non sarebbe mai collassato dal momento che l’economia era arretrata. Perciò Lenin tradisce l’ideologia marxista perché non aspetta la rivoluzione, ma è da ricordare che si tratta pur sempre di due contesti diversi, perciò la sua azione può anche essere giustificata (come farà Gramsci).

    1. Hai colto diversi punti rilevanti. Forse sarebbe meglio distinguere tra “operaio” e “proletario”. Quest’ultimo termine, infatti, anche se nell’uso marxiano e marxista si riferisce all’operaio, genericamente può valere anche per il contadino povero o per il bracciante, costretto a vendere il suo lavoro.

  2. Lenin operava di certo, di base, secondo il pensiero marxista. Basta riflettere poco meglio sulla filosofia di Marx per coglierne però delle differenze. Seguendo Marx troviamo “la dittatura del proletariato sulla borghesia” (contraria nei Bolscevichi), la rivoluzione doveva avvenire in un paese capitalista avanzato e “gli apripista” di tale movimento dovevano essere seguiti e sostenuti dal proletariato. Quello che avviene invece e la situazione che troviamo é del tutto diversa: il paese protagonista é arretrato, composto principalmente da contadini (e non da operai), Lenin decide di appropriarsi di tutto il potere (e da potere comunista si passa al partito Bolscevica) e soprattutto non esiste nessun proletariato dietro che ne sostiene il movimento, anzi ne danno contro (Lenin inizialmente da più potere ai contadini, potere che poi toglie).
    Antonio Gramsci (fondatore del partito comunista d’Italia) nel suo articolo “La rivoluzione contro il capitale”afferma che Lenin ha fatto sì una rivoluzione ma l’ha fatta poi anche contro quello che ha detto Marx (aggiungendo però alla fine che ha fatto bene), il modo di agire di Lenin porterà Gramsci a pensare a un comunismo, per l’Italia, ancora differente da quello iniziato in Russia e quello di Marx.
    Rosa Luxenburg, in Germania, imita, da un lato Lenin ma, dall’altro lato ritiene che, il potere e il controllo della rivoluzione, debba essere lasciato al popolo e non al partito

    1. Le tue osservazioni sono calzanti. I riferimento a Gramsci e Luxemburg risultano però meramente giustapposti, aggiunti. Poiché la domanda riguardava la tua opinione, avresti fatto meglio a far precedere questi riferimenti, ma soprattutto avresti dovuto utilizzarli all’interno della tua riflessione (con formula del tipo: “Come del resto sostiene lo stesso Gramsci… ” o “Giustamente Rosa Luxemburg ecc.”).

  3. Il marxismo attuato da Lenin fu sostanzialmente un tradimento della dottrina originale,in quanto si distacca da essa relativamente ai modi con cui avviene la rivoluzione.
    Innanzitutto la rivoluzione avviene in una Russia ancora non sviluppata e legata all’agricoltura invece che in uno stato caratterizzato dal capitalismo.
    Secondariamente la rivoluzione nasce da un partito politico e non dal popolo (motivo per cui sarà criticato da Rosa Luxemburg).
    Questa iniziativa sarà invece apprezzata da Antonio Gramsci(fondatore del partito comunista italiano)in quanto a suo parere il comunismo deve adattarsi al paese.

  4. Dal mio punto di vista il tentativo di Lenin di applicare i fondamenti del Marxismo è considerabile come un “fallimento”, nel senso che i principi Marxisti non vengono veramente applicati. Ad esempio basti pensare che Lenin pur avendo una piccola cerchia di sostenitori riuscì a prendere il potere sostenendo di essere un rappresentante di tutto il popolo.

  5. In Russia il socialismo reale non rispecchiava la dottrina di Marx: questo perchè è una dottrina che va contro il capitale di Carlo Marx (quindi la sia idea opposta). Le classi sociali che la Russia voleva evitare che si ribellassero sono i borghesi, e non i proletari come diceva Marx. Inoltre i bolscevichi rinnegano alcune affermazioni del Capitale. Loro vivono il pensiero di Marx ma con visioni negativistiche più che positivistiche come Marx predicava

    1. In Russia, almeno nell’Ottobre, non si ribellano i borghesi, ma membri del proletariato, sia pure sotto la guida del Partito bolscevico. Quali affermazioni del Capitale negherebbero i bolscevichi? La risposta è poco centrata e parziale. (Che significa avere “visioni negativistiche più che positivistiche”? Niente, perché il “negativismo” non esiste, almeno nel senso che sembri conferire tu a questo termine).

  6. L’espressione “socialismo reale”fu utilizzata, a partire dagli anni Settanta, per indicare il modello di organizzazione sociale dell’Unione Sovietica e delle cosiddette “democrazie popolari” dei Paesi dell’Europa orientale. I suoi specifici tratti distintivi erano: la dittatura monopartitica; la concentrazione dei mezzi di produzione nelle mani dello Stato; la pianificazione economica; il marxismo-leninismo come ideologia ufficiale.
    Il processo di costruzione del socialismo reale inizia con la conquista del potere da parte del Partito bolscevico sotto la carismatica guida di Lenin. Essa, in realtà, era stata preceduta da una lunga elaborazione teorica da parte dello stesso Lenin. L’idea di fondo, derivata direttamente da Marx si basava sul concetto che l’obiettivo storico della rivoluzione socialista era quello di abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo eliminando il capitalismo e tutto ciò che era a esso connesso (la proprietà privata, il mercato, lo Stato di diritto, la democrazia parlamentare). L’azione del nuovo regime – autodefinitosi “dittatura del proletariato” – fu coerente con i presupposti ideologici in nome dei quali era nato. La principale differenza tra l’ideologia di Marx e quella di Lenin fu nella sola teorizzazione della prima e nel compimento della seconda.

    1. Sei sicura? E come la mettiamo con l’interpretazione autorevole di Gramsci, secondo cui quella di Lenin sarebbe stata una “rivoluzione contro il Capitale (di Marx)”?

  7. Ritengo che il tipo di governo instaurato da Lenin e dal partito comunista fosse totalmente discordante con i presupposti marxisti da cui doveva teoricamente derivare; infatti, se la dottrina di Marx proponeva un’abolizione del sistema capitalistico che sfruttava e soggiogava la classe del proletariato a favore di quest’ultima e l’obiettivo di una società senza classi ciò che fecero Lenin e il partito Comunista fu semplicemente sostituire la propria autorità a quella della classe dei capitalisti senza cambiare , ed anzi addirittura peggiorare attraverso l’abolizione di alcuni diritti, la condizione dei proletari che continuava ad essere repressa, coprendo le proprie reali intenzioni attraverso giustificazioni di comodo come per esempio il fatto che tale situazione sarebbe stata solo temporanea.

  8. Secondo me la contraddizione piu grande fu il modo con cui venne gestita la situazione sociale dopo la rivoluzione visto che lo scopo di marx sarebbe stato di ribaltare gli oppressori per dare potere al popolo, mentre quello che avvenne fu un altro tipo di oppressione della liberta economica e di parola da parte dei nuovi incaricati al potere

    1. Forse questa è la contraddizione più grande negli effetti della rivoluzione russa. Non dipenderà in parte anche da differenze nell’impostazione (tra Lenin e Marx)?

  9. le differenze tra il pensiero di Marx e quello di Lenin stanno nella concezione del partito (che per Lenin dev’essere composto da un gruppo ristretto di rivoluzionari “di professione” che guidino le masse all’instaurazione della dittatura del proletariato) e nella sua centralità e nella possibilità di una rivoluzione comunista anche in un paese – come la Russia del 1917 – dallo scarso sviluppo capitalistico (mentre Marx immaginava che la rivoluzione sarebbe scoppiata laddove il capitalismo era più sviluppato e le tensioni più forti). Un altro elemento tipico del pensiero leninista è la teoria sull’imperialismo, considerato come la “fase suprema” (e ultima) dello sviluppo capitalistico.
    quindi in conclusione direi che il socialismo di Lenin non rispecchia a pieno l‘’ideologia di Marx.

  10. A mio parere l’unico aspetto del ” socialismo reale” che rispecchiava l’ ideologia di Marx era il fatto di dover fare una rivoluzione. Per il resto ritengo che non rispetti il pensiero del filosofo. Infatti Lenin fa la rivoluzione in una Russia arretrata e con un sistema capitalistico e quindi non seguendo l’idea di Marx che invece voleva abbattere il capitalismo. Inoltre diversamente da Carl Marx che riteneva che la rivoluzione dovesse partire dal popolo, Lenin la fa partire dal suo partito.

    1. Anche tu come Jacopo parli di un Russia capitalista. Ma se la dici arretrata? Non c’è una contraddizione?

  11. La principale differenza tra Lenin e Marx si riscontra nella concezione del partito poiché per Lenin doveva essere composto da un gruppo ristretto di rivoluzionari che guidavano le masse all’instaurazione della dittatura del proletariato mentre Marx immaginava che la rivoluzione sarebbe scoppiata laddove il capitalismo era più sviluppato e le tensioni più forti.

    1. Quindi ci sono differenze anche riguardo al tipo di “proletariato” coinvolto (contadini piuttosto che operai nella Russia zarista).

  12. Lenin fa la rivoluzione durante un periodo in cui la Russia era fortemente arretrata rispetto a tutte le altre potenze europee e mondiali che parteciparono alla prima guerra mondiale da protagoniste. Durante la rivoluzione la Russia era uno stato capitalista.
    Non può essere definita una rivoluzione basata su ideali marxisti dal momento che l’iniziativa non partì dal popolo (proletariato) ma da un partito politico.

    1. Forse intendevi scrivere: “La Russia NON era ANCORA uno Stato capitalista” (altrimenti la rivoluzione avrebbe potuto avere luogo secondo la concezione di Marx). Le differenze tra teoria di Marx e approccio di Lenin, comunque, vanno oltre i tuoi rilievi.

  13. Il marxismo-leninsmo ha costituito l’ideologia ufficiale dell’Unione Sovietica. Descritto come il frutto del pensiero sviluppato da Marx e della successiva opera di adattamento portato avanti da Lenin, costituisce un sistema integrato di filosofia, economia politica e dottrina politica finalizzato a indirizzare e risolvere il problema della trasformazione della società.
    Lenin si basa inoltre sul capitalismo e il lenismo è proprio l’idea su cui si basa il partito comunista.
    La rivoluzione parte poi da un partito.

    1. Lenin si basa sul capitalismo? In che senso? La domanda non era che cosa sia stato il marxismo-leninismo, ma se i due termini di questo binomio significano cose identiche o diverse.

  14. Sicuramente l’ideologia di Marx è la stessa di Lenin: entrambi sostengono un’ideologia socialista rivoluzionaria. Lenin applica in modo pratico le teorie marxiste (che sono appunto rimaste tali).
    Lenin dichiara guerra alla Russia, stato caratterizzato dall’arretratezza, e da uno stato basato sul capitalismo.

    1. Sei certa? Leggi le risposte dei tuoi compagni e, soprattutto, l’articolo di Gramsci proposto. Non direi, poi, che “Lenin dichiara guerra alla Russia”. Che significa?

  15. A mio parere, Lenin, tramite il cosiddetto “socialismo reale” in Russia, non ha realizzato pienamente l’ideale marxista, in quanto sono presenti alcune differenze fondamentali: Lenin aveva come obiettivo quello di ottenere il potere per una minoranza organizzata a nome di tutti, ossia per il Partito Comunista, e non per la maggioranza del proletariato (Marx sosteneva che il potere dovesse essere nelle mani di una dittatura del proletariato); mentre Marx si rivolgeva principalmente agli operai delle fabbriche, Lenin cercò di ingraziarsi il favore dei contadini; inoltre Lenin attuò la rivoluzione, anticipando i tempi, in una Russia dove il capitalismo era nascente e non sviluppato, come invece aveva predetto Marx ne “Il Capitale”.

  16. L’idea di fondo di Lenin, derivata direttamente da K. Marx e F. Engels, si basava sul concetto che la missione storica della rivoluzione socialista era quella di abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo radendo al suolo il capitalismo e tutto ciò che era a esso connesso (la proprietà privata, il mercato, lo Stato di diritto, la democrazia parlamentare).

    1. E le differenze messe in luce p.e. da Gramsci e Luxemburg (oltre che dai tuoi compagni)? Formalmente, inoltre, lo Stato di diritto viene affermato nella Costituzione dell’Unione Sovietica…

  17. La rivoluzione di Lenin si discosta dall’ideale marxista per alcuni importanti concetti. Innanzitutto Marx aveva previsto la rivolta in un paese dove lo sviluppo capitalistico era molto avanzato, quando, invece, la Russia presentava una maggioranza popolare di semplici contadini e non da operai stanchi sfruttati in fabbrica. Un’altra differenza è che questa rivoluzione non era guidata dal proletariato, ma da un Partito politico ( questo aspetto però farà sopravvivere il regime autoritario instaurato, a differenza del fascismo e nazismo che “morirono” insieme ai loro dittatori).

    1. La risposta, per quanto sintetica, è buona. Ricorda quest’ordine di riflessioni preparando l’esame di Stato.
      Purtroppo questo esercizio è antecedente allo scoppio dell’emergenza, dunque non può essere considerato svolto, sia pure con ritardo, benché manca la giustificazione per tale ritardo.

Rispondi a prof Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *