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CHE COS'È LA CONSULENZA FILOSOFICA?

 

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Che cosa intendiamo per consulenza filosofica? Si tratta di una forma di pratica filosofica, che può essere fatte risalire all'esperienza della Philosophische Praxis, nata in Germania negli anni Ottanta del secolo scorso ad opera soprattutto di Gerd Achenbach [cfr. la raccolta di interventi di questo autore pubblicata in Achenbach 2004].

Diffusasi presto in Austria, Olanda, Svizzera e negli altri Paesi europei, tra gli anni Ottanta e Novanta, - mentre in Francia proseguiva in varie forme l'attività inaugurata da Marc Sautet con i suoi seminari e Café Philo - quest'esperienza, grazie soprattutto all'opera di Ran Lahav [cfr. Lahav 2004], ha interagito fecondamente con esperienze sorte nel frattempo autonomamente in Israele e negli Stati Uniti. Oggi esiste un'associazione internazionale di pratica filosofica a cui è affiliata anche l'Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica Phronesis. Tra maggiori esperti e animatori dell'esperienza italiana possiamo ricordare, tra gli altri, Umberto Galimberti e Neri Pollastri.

Le consulenza filosofica è ispirata alla tradizione della filosofia antica, come esercizio della "cura di sé". Essa presuppone una critica (talora estremamente circostanziata e profonda) tanto della forma accademica ed "ingessata" assunta dal pensiero filosofico moderno e contemporaneo (la filosofia dell'università e delle scuole), quanto del dominante "paradigma terapeutico" [per la critica del paradigma terapeutico cfr. Pollastri 2004, pp. 90 ss.] in base al quale si tende ad offrire soluzioni al disagio esistenziale medicalizzandolo, suturando la ferita piuttosto che interpellandola nel suo valore di testimonianza di una domanda di senso.

Di fronte alla diffusa domanda di orientamento e di senso, l'approccio filosofico, inteso secondo questa modalità informale, ma non meno rigorosa di quella accademica, sembra rappresentare una risposta sempre più pertinente e, si direbbe, necessaria.

Facendosi portatrice di una concezione che non assume i problemi delle persone come sintomi di malattie, ma piuttosto come spie di un desiderio più profondo di conoscenza di sé, la pratica della filosofia ne fa l'occasione per un libero e responsabile esercizio di ricerca.

L'indagine muove dal vissuto dei soggetti coinvolti, dai loro problemi e conflitti, ma anche dalla loro intuizioni e dalle loro speranze, dai loro progetti e dalle loro teorie. Soprattutto attraverso l'analisi attenta e rispettosa dei significati delle parole e dei discorsi con cui i partecipanti cercano di esprimere la propria visione del mondo, l'esercizio filosofico tende a ricercarne presupposti e implicazioni, a sviscerarne eventuali nascoste aporie, a metterne in luce il non detto, a valorizzarne la ricchezza semantica ed esistenziale, attraverso un procedimento rigoroso di messa in questione critica e autocritica, in cui la stessa pratica della filosofia può essere messa in discussione.

Lo scopo non è quello di risolvere problemi, ma quello di fare filosofia. In questa libera attività ci si prende tutto il tempo di cui si ha bisogno (scholé) senza l'ansia di dover perseguire questo o quell'obiettivo per dovervi misurare la propria efficienza. E, tuttavia, per la naturale serendipity che contraddistingue questo modo di procedere, spesso si trova quella soluzione a cui non si sarebbe mai pensato o, almeno, si finisce per guardare alle cose che prima ci apparivano problematiche in una luce del tutto diversa.

 

PERCHÉ LA CONSULENZA FILOSOFICA?

 

Il crescente successo della consulenza filosofica è probabilmente legato alla fase storica che, come si sa, vede la crisi delle "grandi narrazioni" (Lyotard), tra le quali possiamo annoverare lo stesso discorso scientifico, con le sue pretese esplicative e risolutive. Dentro queste narrazioni, frutto soprattutto delle opposte ideologie, ciascuno poteva leggere se stesso e il mondo che lo circondava.

Oggi, invece, il sapere appare sempre più frammentato, nonostante la retorica del "mettere in rete" e del "fare sistema". E, con il sapere, il "senso della vita".

In questo quadro resta imperturbata, come una sorta di parodia di se stessa, la ricerca vuota dell'efficienza e del profitto in ogni campo, destituita, però, delle finalità progressive ed emancipatrici che la modernità le annetteva.

Effetti soggettivi di questa cosiddetta "condizione postmoderna" si possono leggere nelle varie forme di malinconia, che etichettiamo come depressione, o anche nel desiderio vorace di riempire il proprio vuoto esistenziale, che si trasforma spesso nella ricerca ossessiva del consumo fine a se stesso.

Si può reagire in vari modi a questo "vuoto di valori": aderendo a una delle molte "sette" New Age; oppure facendo proprie vecchie e nuove forme di integralismo, religioso e non, che spesso, col pretesto di ricondurre il caos a un ordine particolare, quello della propria "parte", non fanno che aumentare il disorientamento e la conflittualità complessivi.

È probabilmente in questo contesto che sorge la domanda, individuale e collettiva, di filosofia, cioè di una ricerca razionale e disinteressata della "verità", senza limiti e senza ipocrisie, o, semplicemente, di un "senso". Da implicita e latente essa sembra farsi sempre più esplicita e diffusa, soprattutto nel "Primo Mondo", come attesta il successo crescente, anche presso il pubblico più generico, delle iniziative di divulgazione filosofica (come il Festival della Filosofia di Modena, solo per citare la più famosa).

 

DOVE LA CONSULENZA FILOSOFICA?

 

La consulenza filosofica può essere praticata nei contesti più diversi, tra i quali si segnalano:

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

 

Achenbach G., La consulenza filosofica, tr. it. Apogeo, Milano 2004.
Lahav R., Comprendere la vita, tr. it Apogeo, Milano 2004.
Pollastri N., Il pensiero e la vita. Guida alla consulenza e alle pratiche filosofiche, Apogeo, Milano 2004.

 

per informazioni: info@platon.it

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